di Andrea Mandalà e Valentina Za
GENOVA (Reuters) - Malacalza Investimenti vince la sfida con Raffaele Mincione sulla governance di Banca Carige (MI:CRGI) ottenendo una solida maggioranza del nuovo Cda e promette l'avvio di una nuova fase di stabilità rimandando l'eventuale M&A ad una fase successiva al rilancio della banca.
Il primo azionista della banca con il 27,6% circa ha ottenuto sette degli undici consiglieri dell'istituto ligure, tra cui Pietro Modiano, che diventa il nuovo presidente e Fabio Innocenzi, che sarà nominato nuovo AD al posto di Paolo Fiorentino, terzo Ceo sostituito dall'imprenditore piacentino in tre anni.
Dalla lista presentata da Mincione, che ha siglato un patto con gli altri azionisti Volpi e Spinelli sul 15,2% del capitale, ma con il voto bloccato da un pronunciamento del Tribunale di Genova (in linea alle indicazioni di Bankitalia) al 9,99%, sono stati tratti tre consiglieri, tra cui lo stesso finanziere.
Assogestioni ha invece ottenuto un solo un rappresentante.
La lista Malacalza ha ottenuto il 52,58% dei voti presenti, equivalente al 30,55% del capitale sociale mentre Mincione ha avuto il 28,86% pari al 16,77% del capitale.
"Comincia una fase nuova, si volta pagina, andiamo verso una gestione serena, coesi, stabile e che, in un tempo ragionevole, restituisca a questa banca il rango e il ruolo che ha avuto tradizionalmente, non solo a Genova ma nel sistema bancario italiano e in particolare in questo territorio", ha commentato il neo presidente Modiano al termine dell'assemblea.
"A Genova non si può sbagliare. L'impegno mio è di non fare più errori", ha sottolineato il banchiere.
Mincione, al termine dell'assemblea, ha auspicato la massima collaborazione. "Non è il momento di continuare con le dispute. Bisogna da subito iniziare a lavorare per la messa in sicurezza della banca, lo dobbiamo ai dipendenti e al territorio", ha detto in una nota. "Per questo auspico la massima collaborazione con il resto del board, composto da professionisti di altissimo livello".
DA BCE TEMPI "RAGIONEVOLI"
Nonostante i tempi stretti dati dalla Bce per ripristinare i requisiti patrimoniali in termini di Total Capital Ratio, il nuovo presidente rassicura sul fatto che si tratta di una tempistica "ragionevole".
"Non arriviamo qui improvvisando, sappiamo esattamente quel che c'è da fare", ha detto Modiano.
La Bce ha confermato e resa definitiva la decisione di non approvare il piano di conservazione del capitale presentato da Carige a fine giugno scorso e di chiedere la presentazione di un nuovo piano entro fine novembre con l'obiettivo di ripristinare i requisiti patrimoniali entro l'anno.
Su questo tema il nuovo presidente si dice fiducioso che l'azionista Malacalza continui a sostenere la banca.
"Se io con i miei colleghi siamo qua è perché contiamo su un sostegno anche dell'azionista di riferimento che non ha mai fatto mancare il suo sostegno in questi anni complicati e non lo farà mancare", dice.
Gli stessi esponenti della famiglia Malacalza, presenti in assemblea hanno rassicurato che l'azionista farà la propria parte.
IPOTESI SU M&A ANCORA PREMATURE, PRIMA RISTRUTTURAZIONE
Modiano ha ribadito che la priorità dell'istituto è di ristrutturare prima di ipotizzare un'operazione di fusione.
Della stessa linea anche Malacalza. "Non parliamo a priori di un'aggregazione. Un buon Cda valuta le situazioni, le esamina, le porta al regolatore", dice Vittorio Malacalza.
Secondo la Bce il piano dovrà valutare l'opzione di una fusione, in qual caso la Vigilanza stabilirà un nuovo termine entro il quale Carige dovrà farsi trovare pronta sotto il profilo della solidità patrimoniale.