GENOVA (Reuters) - In Banca Carige (MI:CRGI) si riaccende lo scontro tra primo azionista e management mentre la banca, ripatrimonializzata e ripulita dagli Npl, vuole farsi trovare pronta all'inesorabile processo di consolidamento del settore.
In occasione dell'assemblea che ha approvato il bilancio 2017 chiuso con una perdita di oltre 380 milioni, Malacalza Investimenti, primo azionista con il 20,6% e con l'autorizzazione delle Bce a salire al 28%, ribadisce le critiche all'AD Paolo Fiorentino sulla gestione dell'aumento di capitale concluso alla fine dello scorso anno.
In particolare Malacalza punta il dito su tre aspetti: l'episodio, a metà novembre 2017, in pieno svolgimento dell'aumento di capitale, quando l'istituto rendeva noto la mancata piena realizzazione delle condizioni per la costituzione del consorzio di garanzia, suscitando l'allarme tra i depositanti; i costi dell'operazione di ricapitalizzazione e le modalità di partecipazione di alcuni soggetti all'aumento. [L8N1RB3O3]
Alle dure critiche Fiorentino ha risposto ricordando che l'aumento è stato gestito dal management della banca privilegiando l'interesse dell'istituto in un contesto di forte pressione della Vigilanza e di percezione di elevato livello di rischio da parte del mercato. [L8N1RB5SD]
"Il fatto che tutte le garanzie di primo accollo siano state esercitate dimostra che l'operazione aveva un profilo di rischio importante" ha ricorda l'AD.
E se Malacalza chiede che il Cda venga aperto anche ad un rappresentante dei piccolo azionisti, nessun riferimento alla richiesta del nuovo azionista Mincione, con il 5,4% del capitale, che chiede di entrare nel board, richiesta respinta nelle settimane scorse dallo stesso Consiglio.
Netto invece l'appoggio di Mincione all'AD Fiorentino.
"A seguito delle dichiarazioni emerse nel corso dell’assemblea odierna di Banca Carige vogliamo ribadire il nostro appoggio all’AD Paolo Fiorentino per l’ottimo lavoro svolto", dichiara in una nota un rappresentante di WRM Group presente in assemblea oggi.
"Oggi non dobbiamo dimenticarci dei momenti bui che Carige ha passato, né dimenticarci che anche altre banche hanno dovuto affrontare grandi difficoltà e che non tutte sono riuscite a portare a termine l’aumento di capitale. Per questo oggi abbiamo deciso di essere presenti in Assemblea e di votare il bilancio, a dimostrazione della fiducia verso l’AD Fiorentino e il piano di ristrutturazione che sta portando avanti in maniera egregia", aggiunge.
AL TAVOLO SULL'M&A CON IL VESTITO BUONO
Nel settore bancario è in atto un inesorabile processo di consolidamento e Carige dovrebbe essere destinata a farne parte con un ruolo preminente, ha detto Fiorentino.
"C'è in atto un inesorabile processo di consolidamento e non mi aspetto che Carige si possa permettere di rimanerne fuori", ha detto Fiorentino.
"Ma bisogna andare con il vestito buono, e noi ci andremo con il vestito buono", ha aggiunto ricordando le operazioni straordinarie di rafforzamento patrimonale effettuato e di pulizia di bilancio in corso.
Quanto ai tempi "penso che l'anno 2019 sia quello in cui si potranno iniziare a fare dei ragionamenti", ha aggiunto.
(Andrea Mandalà)