Di Geoffrey Smith
Investing.com - È stata LA moda dei drink degli ultimi anni, ma il mercato azionario ci sta forse dicendo che abbiamo raggiunto il picco del gin?
Il titolo di Diageo (LON:DGE), il più grande produttore al mondo di alcolici, è sceso questo giovedì quando la compagnia ha indicato che il ritmo dei suoi riacquisti di azioni rallenterà nei prossimi tre anni, sebbene abbia affermato che le prospettive di base restano forti.
Per un’azienda matura su un mercato messo alla prova da una sempre maggiore attenzione alla salute, Diageo ha visto una performance straordinaria negli ultimi tre anni, con un’impennata dell’85% prima di raggiungere il picco a inizio luglio. Ma il titolo è crollato del 6% dall’inizio del mese ed il report della compagnia sull’intero anno fiscale con chiusura a giugno non ha contribuito a migliorare la situazione oggi.
Il titolo è crollato del 2,1% in una mattinata in cui l’indice FTSE 100 è rimasto invariato e la maggior parte degli altri mercati europei è in salita: l’indice di riferimento STOXX 600 sale dello 0,2%, mentre il tedesco Dax registra un rialzo dello 0,1% in seguito ad un altro deludente report Ifo sulle aspettative delle imprese che ha rafforzato le aspettative che la Banca Centrale Europea intervenga a supporto dell’economia.
A prima vista c’è poco nell’aggiornamento di Diageo a rendere nervosi gli azionisti. L’amministratore delegato Ivan Menezes prevede che le vendite organiche continuino a crescere a circa il 5% l’anno e che i profitti operativi aumentino al tasso del 7% l’anno: è il tipo di performance che Unilever (LON:ULVR), altro colosso consolidato dei beni di consumo, può solo sognare per l’immediato futuro, a giudicare dall’ennesimo aggiornamento trimestrale sottotono pubblicato nel frattempo.
Le vendite di gin e tequila continuano ad aumentare alla grande, con i ricavi che salgono più rapidamente dei volumi, il che è sempre un buon segno.
Ironicamente, il promemoria della forza di base dell’attività di Diageo ha beneficiato di più Fevertree, produttore di mixer di fascia alta. Il titolo è schizzato dell’8,3% al massimo in oltre un mese, dopo un brusco selloff sulla scia del suo recente aggiornamento di trading.
Chiaramente, il problema per entrambe le compagnie è più la valutazione che l’attività: a 28 volte gli utili, secondo i dati di Investing.com, Diageo non sembra economico, soprattutto quando offre un rendimento del dividendo di poco più del 2%. Inoltre i riacquisti rallenteranno ad una media di 1,5 miliardi di sterline l’anno nei prossimi tre anni, dai 2,8 miliardi di quest’anno. Tuttavia, Diageo sembra un affarone in confronto a Fevertree, scambiato a 43 volte gli utili malgrado l’inevitabile rallentamento del suo tasso di crescita mentre si espande.