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Eni potrebbe ottenere più di 8 mld euro da cessioni - AD

Pubblicato 26.07.2024, 18:14
© Reuters. L'amministratore delegato della major petrolifera Eni, Claudio Descalzi, gesticola durante la conferenza stampa di presentazione di un accordo per la ricerca sui carburanti alternativi e sulle tecnologie di riduzione delle emissioni di carbonio a Roma, It
ENI
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(Corregge in primo paragrafo riferimento a consensus)

MILANO (Reuters) - Eni (BIT:ENI) potrebbe incassare più di 8 miliardi di euro in proventi netti da cessioni entro il 2027, dopo che il gruppo energetico ha comunicato i risultati del secondo trimestre sopra il consensus.

Lo ha detto l'amministratore delegato Claudio Descalzi.

"Abbiamo eseguito il nostro piano di cessioni molto più velocemente di quanto previsto", ha detto Descalzi, parlando con gli analisti in una conference call dopo i risultati.

Nel suo piano industriale aggiornato al 2027, il gruppo ha detto di voler incassare circa 4 miliardi di euro dalla vendita di attività nel settore del petrolio e del gas e un importo simile dalla vendita di quote di minoranza e dalle Ipo delle sue divisioni a bassa emissione di carbonio.

Le prospettive di un maggiore incasso dalle cessioni e di un migliore rendimento per gli investitori hanno fanno salire il titolo di oltre il 3%.

Dopo aver registrato un calo dell'utile netto del secondo trimestre inferiore alle attese, Eni ha promesso di accelerare il suo buyback e ha lasciato intendere che potrebbe aumentarlo nei prossimi mesi.

Negli ultimi mesi, Eni ha deciso di cedere le attività upstream in Alaska, ha creato una business combination con la britannica Ithaca scorporando le sue attività nel Mare del Nord e ha fatto passi avanti nella vendita delle attività onshore in Nigeria.

Inoltre, ha ottenuto l'investimento del fondo svizzero Energy Infrastructure Partners nella divisione retail e rinnovabili Plenitude.

Questa settimana, Eni ha detto di essere entrata in trattative esclusive per vendere fino al 25% della sua divisione di biocarburanti Enilive alla società di investimento statunitense KKR, aggiungendo che potrebbe anche cedere un ulteriore 10% della divisione.

"Possiamo superare gli 8 miliardi? Forse sì", ha detto Descalzi, aggiungendo che il portafoglio upstream del gruppo potrebbe essere l'area più interessante da esaminare per trovare altre potenziali cessioni l'anno prossimo, una volta concluse le operazioni in corso.

A maggio, alcune fonti hanno riferito a Reuters che il gruppo potrebbe scorporare partecipazioni in progetti petroliferi e di gas ad alto potenziale, tra cui in Indonesia e in Costa d'Avorio, per contribuire a finanziarne lo sviluppo, concentrando al contempo maggiori capitali su attività a basse emissioni di carbonio.

© Reuters. L'amministratore delegato della major petrolifera Eni, Claudio Descalzi, gesticola durante la conferenza stampa di presentazione di un accordo per la ricerca sui carburanti alternativi e sulle tecnologie di riduzione delle emissioni di carbonio a Roma, Italia, 21 novembre 2017. REUTERS/Remo Casilli

Tali operazioni amplierebbero la strategia di Descalzi di dividere alcune delle attività di Eni in entità separate, o satelliti, per raccogliere fondi e attirare investitori specializzati.

Finora Eni ha creato diversi satelliti, tra cui la norvegese Var Energi, la joint venture angolana con BP (LON:BP) Azule, la combinazione con Itaca e le attività a basse emissioni di carbonio Plenitude ed Enilive.

(Francesca Landini, tradotto da Laura Contemori, editing Claudia Cristoferi)

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