MILANO (Reuters) - Eni (BIT:ENI) ha chiuso il secondo trimestre con un utile operativo proforma adjusted di 4,1 miliardi di euro, in flessione del 3% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un utile netto adjusted di 1,5 miliardi, in contrazione del 21%, ma sopra le attese degli analisti.
Secondo una nota della società petrolifera, a pesare sulla redditività del trimestre, l'incremento del tax rate adjusted di gruppo che si è attestato al 55% (rispetto al 47% del trimestre di confronto) per effetto della maggiore incidenza sul risultato ante imposte consolidato dei paesi esteri in cui opera l'upstream caratterizzati da tax rate significativi.
Migliorano i target finanziari e investimenti in linea con le previsioni: la previsione di Ebit proforma adjusted è rivista al rialzo a circa 15 miliardi; il flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante è atteso a oltre 14 miliardi.
Gli investimenti organici, come da previsione originaria sono attesi a circa 9 miiardi. Includendo una revisione al rialzo del contributo del piano di disinvestimenti in corso, gli investimenti al netto degli incassi sono ottimizzati a un valore inferiore 6 miliardi, aggiunge il comunicato.
Quanto alla remunerazione degli azionisti, a seguito dell'approvazione da parte dell'ultima assemblea degli azionisti di un dividendo di 1 euro per azione per l'esercizio 2024, che rappresenta un aumento del 6% rispetto al 2023, la prima rata trimestrale del 2024 di 0,25 euro per azione sarà pagata il 25 settembre 2024 con data di stacco cedola il 23 settembre
2024.
Inoltre, relativamente al piano di buyback sulle azioni fino a 3,5 miliardi, il piano del management 2024 per un buy-back da 1,6 miliardi è confermato, ma si prevede un piano di riacquisto più rapido rispetto alle assunzioni iniziali, precisa la nota.
In aggiunta, considerato il minore livello atteso di debito netto alla luce dei progressi nel piano di dismissioni, nel terzo trimestre "saremo in grado di valutare l’ulteriore incremento fino al limite massimo del 35% dell’intervallo di distribuzione del flusso di cassa operativo adjusted1 di budget, che corrisponde a un potenziale incremento del valore del buyback di 500 milioni".
"Nonostante il contributo del portafoglio sia stato relativamente contenuto nel secondo trimestre, il debito netto è diminuito e, con i disinvestimenti che stanno progredendo, prevediamo un leverage significativamente inferiore a 0,2 a fine anno, meglio delle nostre aspettative iniziali. Questo a sua volta ci consentirà di accelerare il piano di riacquisto di azioni proprie da 1,6 miliardi", ha cosi' commentato l'AD, Claudio Descalzi.
(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)