di Francesco Canepa e Balazs Koranyi
FRANCOFORTE (Reuters) - Le Autorità di vigilanza bancaria europea ritengono che la soluzione della crisi di Banca Carige (MI:CRGI) debba passare per una procedura di liquidazione se l'istituto non troverà un acquirente, contrariamente al piano di salvataggio pubblico pensato dal governo.
Lo riferiscono quattro fonti vicine alla situazione secondo le quali i supervisori europei non hanno fretta di staccare la spina e ancora sperano che la banca ligure, commissariata da inizio anno, possa trovare un investitore privato per il suo salvataggio.
Le Autorità, tuttavia, considerano una procedura di liquidazione come l'opzione più adeguata se nessuna soluzione di mercato si materializzerà, secondo le fonti.
Non sarebbe stata definita una tempistica precisa per trovare un acquirente ma secondo una fonte i supervisori non sarebbero disposti ad aspettare mesi.
Secondo una portavoce della Bce "si tratta di speculazioni. La Vigilanza bancaria della Bce fa pieno affidamento sui commissari straordinari affinché proseguano gli sforzi per trovare una soluzione privata".
Dopo il dietrofront di BlackRock dal piano di salvataggio che avrebbe visto la partecipazione del colosso dell'asset management a un aumento di capitale da oltre 700 milioni, i commissari di Carige sono ancora alla ricerca di un soluzione di mercato.
In mancanza di investitori privati il Governo potrebbe intervenire con una 'ricapitalizzazione precauzionale', attraverso un'iniezione di capitale fino a un miliardo come previsto in un decreto di inizio anno.
Tuttavia, secondo le fonti, Carige è probabilmente troppo piccola per potere accedere alla 'ricapitalizzazione precauzionale' che richiede l'ok della Bce e della Commissione Ue.
Per una delle fonti la banca non è 'viable' su base standalone nel lungo periodo.
Altre due fonti sottolineano che una liquidazione ordinata sarebbe la soluzione migliore alla luce dell'esperienza positiva con la crisi delle banche venete, per le dimensioni relativamente piccole e per la copertura limitata a livello geografico di Carige.
Una portavoce del Tesoro respinge l'idea che Carige possa non essere 'viable' e che non sia possibile una ricapitalizzazione precauzionale.
Una fonte ricorda che il via libera alla garanzia pubblica sulle emissioni obbligazionarie concesso a gennaio con il decreto di inizio anno era legato all'attestazione del requisito di solvibilità della banca.
Alcuni banchieri hanno sottolineato come Carige abbia alcuni asset interessanti: tra questi DTA utilizzabili fino a 700 milioni in caso di aggregazione con una banca di grandi dimensioni, 12 miliardi di euro in depositi e il business del private banking con Banca Cesare Ponti.
La banca ha poco debito subordinato dopo aver convertito in debito senior a fine 2017 con forti perdite per i possessori dei bond.
IL PRECEDENTE DELLE VENETE
A giugno del 2017, le due banche venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, erano state dichiarate dalla Bce in 'dissesto o a rischio di dissesto'.
Valutato che l'avvio di una procedura di risoluzione prevista dalla BRRD non fosse nell'interesse pubblico, e abbandonata l'ipotesi di una ricapitalizzazione precauzionale, i due istituti sono stati posti in liquidazione coatta amministrativa con la contestuale cessione degli asset sani a Intesa Sanpaolo (MI:ISP) al prezzo simbolico di un euro.
La procedura di liquidazione coatta era stata affiancata da un intervento pubblico che consisteva in un esborso a favore di Intesa di 4,8 miliardi di euro (più 400 milioni sotto forma di garanzie a fronte di rischi). La Sga, società del Tesoro, si è accollata i crediti deteriorati delle due banche.
L'anno prima il governo aveva ricapitalizzato Mps (MI:BMPS) con una iniezione di 5,4 miliardi ed entro la fine di quest'anno dovrà notificare alla Ue il piano di uscita dalla banca che dovrà tornare sul mercato entro il 2021, data indicativa di completamento della ristrutturazione.
- Hanno collaborato Silvia Aloisi, Stefano Bernabei, Giuseppe Fonte e Andrea Mandalà.
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