La ExxonMobil e la Chevron hanno aumentato i loro investimenti in combustibili fossili in barba agli appelli globali per una transizione energetica pulita. La mossa è evidenziata dalla fusione di Exxon con Pioneer per 60 miliardi di dollari e dall'acquisizione di Hess da parte di Chevron per 53 miliardi di dollari. Queste operazioni indicano il continuo impegno delle major petrolifere a realizzare progetti redditizi nel settore del petrolio e del gas, nonostante la transizione energetica globale in corso.
La fusione con Pioneer di Exxon ha portato a un raddoppio della produzione di petrolio nel Bacino Permiano. Allo stesso modo, l'operazione Hess di Chevron ha assicurato una partecipazione del 30% in 11 miliardi di barili di risorse recuperabili in Guyana. Questi sviluppi si sono verificati in concomitanza con l'impennata dei prezzi del petrolio e dei carburanti nel terzo trimestre del 2023, che ha visto i profitti combinati di Chevron ed ExxonMobil raggiungere i 15,6 miliardi di dollari.
Gli analisti hanno sottolineato la natura lunga e costosa della transizione verso l'energia pulita, ulteriormente complicata dall'inflazione, dai costi di finanziamento e dai problemi della catena di approvvigionamento. L'analista del petrolio e del gas Dan D. Kunle suggerisce che questi investimenti su larga scala illustrano il ritmo incostante della transizione energetica a livello mondiale. Esorta inoltre i Paesi alle prese con la povertà energetica, come la Nigeria, a garantire investimenti simili.
Roger Read di Wells Fargo (NYSE:WFC) concorda sugli alti costi associati alla transizione energetica. Sottolinea che questi investimenti sono fondamentali per i Paesi che lottano contro la povertà energetica e sottolinea anche l'impegno costante delle major petrolifere nei confronti di progetti redditizi nel settore del petrolio e del gas.
Nel frattempo, Darren Woods, CEO di Exxon Mobil Corp (NYSE:XOM)., prevede un'escalation dei prezzi dell'energia a causa della scarsità delle forniture globali di petrolio e dell'insufficienza degli investimenti nei combustibili fossili. Woods prevede un aumento della domanda di petrolio in seguito ai tagli dell'OPEC+ e un previsto rallentamento dello scisto statunitense entro il 2024, indicando che solo pochi progetti sono in grado di soddisfare questa domanda.
Woods ha anche valutato la salute economica di Stati Uniti, Cina ed Europa nelle rispettive fasi di ripresa dalla pandemia. Ha sottolineato la particolare difficoltà dell'Europa a causa della cessazione delle forniture di gas russo, che ha ulteriormente aggravato la crisi energetica del continente. Questa analisi è in linea con le sfide patrimoniali del settore, che si trova ad affrontare l'esaurimento delle risorse nelle diverse fasi di ripresa dalla pandemia.
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