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Fama da raider di Bollorè spaventa Berlusconi in battaglia tra tycoon

Pubblicato 12.08.2016, 17:50
© Reuters. Vincent Bollore
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di Mathieu Rosemain

PARIGI (Reuters) - Quando il tycoon francese, Vincent Bollorè, ha fatto saltare l'accordo per comprare Mediaset (MI:MS) Premium, proponendo invece di acquistare una grossa fetta della controllante Mediaset, gli investitori hanno temuto che stesse tramando un'altra operazione segreta.

La famiglia dell'ex premier, Silvio Berlusconi, che controlla Mediaset, ha sospettato che Bollorè, noto per le sue mosse aggressive, volesse strappargli di mano il gruppo dei media.

Sono passati tre decenni da quando il magnate francese tra trasformato la piccola società editoriale di famiglia in un mega gruppo globale che spazia dai trasporti alla logistica, dalle forniture energetiche alle comunicazioni, agli asset media incluso Vivendi (PA:VIV).

Vivendi in aprile aveva annunciato l'intenzione di acquisire interamente la divisione pay tv di Mediaset, Premium, come parte di un accordo più generale che prevedeva uno scambio azionario del 3,5% tra i due gruppi.

Ma alla fine di luglio ha cambiato i termini dell'accordo proponendo di comprare il 20% di Premium, insieme a bond convertibili per acquisire il 15% di Mediaset adducendo come motivo la differenza delle previsioni finanziarie da controllante e controllata.

Diversa la valutazione della famiglia Berlusconi. Secondo Fininvest, holding di famiglia che detiene il 35% di Mediaset, alla base del cambio di rotta di Vivendi ci sarebbe la volontà di acquisire una grossa partecipazione in Mediaset, condotta definita "totalmente inappropriata".

Il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha negato al Corriere della Sera il 30 luglio di avere piani di take over su Mediaset. Il broadcaster italiano ha perso nel primo semestre 2016 27,8 milioni di euro, pay tv inclusa.

Bollorè non ha parlato pubblicamente di Mediaset e non è stato possibile raggiungerlo per un commento.

Nessun commento neanche da parte di Mediaset e Fininvest la cui opposizione alle mosse di Vivendi è già stata chiarita.

SI TRATTA SOLO DI AFFARI

Bollorè è amico di vecchia data di Berlusconi ma per il 64enne uomo d'affari, stringere accordi non è mai una questione personale ma puro business.

"La sua fama lo precede e li [i Berlusconi] ha spaventati", ha detto una fonte vicina alle trattative. "Temono che questo 15% potrebbe far perdere a Fininvest il suo blocco di minoranza in Mediaset in seguito a un aumento di capitale".

La storia professionale di Bollorè è costellata da acquisizioni di controllo di società attraverso quote di minoranza. E Vivendi non fa eccezioni.

Inizialmente Bollorè ne ha acquisito il 4,4% in cambio della vendita di due suoi canali tv a Canal Plus, la pay tv di Vivendi. Da qui la scalata fino al 15% fino a diventare il primo azionista di Vivendi e il presidente della società. Ora ne è il capo indiscusso grazie al successo negli affari e ai contatti politici.

I suoi metodo possono non piacere a chi si è visto scalzare dal potere ma sono perfettamente legittimi quando si tratta di affari, fa notare Colette Neuville, che guida l'associazione in difesa degli interessi dei piccoli azionisti e conosce Bollorè da oltre un decennio.

"Bollorè ha mostrato la sua capacità di capovolgere un business giocando secondo le regole", ha detto in una intervista con Reuters. "Se non vuoi rischiare che la sua società sia scalata non ti quotare sul mercato".

Bollorè ha assunto e licenziato top manager imponendo la sua idea di trasformare Vivendi in un centro dei potere dei media europei, un cambio radicale della precedente strategia di focus sugli asset core che include anche la scommessa su Telecom Italia (MI:TLIT).

Solo a giugno del 2015 Vivendi ha acquisito l'1,9% del gruppo italiano delle telecomunicazioni per salire in un anno appena al 25%, diventando primo azionista e acquisendo il sostanziale controllo della società.

Bollorè ha fatto pressioni affinché l'ex ceo di Telecom, Marco Patuano, si dimettesse. Cosa avvenuta a marzo. "Appena compra azioni in una società, tende a pensare che sia gestita male", dice un banchiere francese che conosce le operazioni italiane del manager transalpino.

"Era assolutamente convinto che Telecom Italia fosse un'anatra zoppa e che bisognasse cambiare tutto".

Domenica scorsa il quotidiano La Repubblica ha scritto che l'attivismo di Bollore in Italia "crea sconcerto" anche a palazzo Chigi, con Matteo Renzi preoccupato che il finanziere bretone possa puntare a un rafforzamento in Mediobanca (MI:MDBI) e quindi in Generali (MI:GASI), il gruppo assicurativo di cui la banca d'affari è la prima azionista. Il portavoce di Renzi ha preferito non commentare le indiscrezioni giornalistiche.

CONTO ALLA ROVESCIA

Già in passato il 'metodo' Bollorè ha messo alla prova le sue relazioni personali, come oggi sta avvenendo con Berlusconi.

Quando il gruppo della sua famiglia acquistò circa il 9% della società di costruzioni Bouygues (PA:BOUY) nel 1997, assicurò per telefono al patron Martin Bouygues, che era stato suo compagno di scuola, che si trattava di una mossa amichevole e che avrebbe sostenuto la società senza interferire nelle sue strategie.

Un anno dopo, aveva il 13% e si oppose ai piani di Bouygues di diversificare le attività del gruppo nelle tlc. "Bollorè mi ha preso per un idiota. Mi ha preso in giro, ingannato e umiliato. Non lo dimenticherò mai", ha detto Bouygues a una rivista francese nel 2013.

In una rara marcia indietro, Bollorè si è tirato indietro dallo scontro e ha venduto tutte le azioni nel 1998, spinto anche dal consenso che si era creato attorno al suo rivale sia all'interno che fuori dal gruppo Bouygues.

Oggi, dopo altre operazioni come i raid sul gruppo pubblicitario Havas e sull'armatore Delmas-Vieljeux, l'appetito di Bollorè appare immutato. Oltre all'operazione su Mediaset, Vivendi ha scalato il gruppo di videogiochi Gameloft ed è salito al 22% di Ubisoft. Entrambe le società di videogame sono state fondate dalla famiglia Guillemot, che considera la mossa su Ubisoft ostile e ha negato a Vivendi un posto in cda.

Pur avendo creato un impero che si estende da Dakar a Dunkirk, e accumulato un patrimonio stimato in oltre 5 miliardi di dollari, Bollorè non ha intenzione di andare in pensione per il momento.

Il magnate ha annunciato pubblicamente che tra sei anni lascerà la guida ai suoi 4 figli caricando il conto alla rovescia sul suo smartphone al 17 febbraio 2022, quando cadrà il bicentenario del gruppo di famiglia. Ma nemmeno la sua famiglia ci crede.

"Non credo nemmeno per un attimo al countdown", ha detto suo figlio Yannick al quotidiano francese L'Opinion il mese scorso, "Più si avvicina la data, meno ci pensa".

© Reuters. Vincent Bollore

-- ha collaborato Giulia Segreti a Milano.

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