NEW YORK (Reuters) - Il dollaro statunitense si rafforza, con il forte ribasso della settimana scorsa che viene ritenuto eccessivo nel breve termine, mentre l'euro viene penalizzato da dati tedeschi deboli e il dollaro australiano scivola dopo che la banca centrale del Paese ha aumentato i tassi di interesse lasciando però intendere che si tratti dell'ultimo rialzo dell'attuale ciclo di stretta monetaria.
"Il rimbalzo del dollaro di ieri e di oggi è in realtà una correzione di ciò che è accaduto la scorsa settimana, che direi è stato un doppio tra la Fed e i dati sull'occupazione", ha detto Marc Chandler, chief market strategist di Bannockburn Global Forex a New York.
Intorno alle 16,45, l'indice del dollaro è in rialzo dello 0,35% a 105,588. Il dollaro era sceso dell'1,4% la scorsa settimana, il calo settimanale più marcato da metà luglio.
L'euro perde lo 0,26% a 1,0683 dollari dopo che i dati hanno mostrato un calo più ampio del previsto della produzione industriale tedesca a settembre.
Il dollaro australiano è calato bruscamente dopo che la Reserve Bank of Australia (Rba) ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base per frenare l'inflazione ostinata, come previsto, ma ha indicato che è improbabile un ulteriore rialzo.
La valuta australiana scivola dell'1,08% a 0,6418 dollari, registrando il maggior calo percentuale in un solo giorno da un mese a questa parte.
Contro lo yen giapponese, il dollaro statunitense guadagna lo 0,36% a 150,63 yen, riportandosi al di sopra del livello di 150 che ha tenuto in ansia gli operatori nelle ultime settimane, alla ricerca di segnali di intervento da parte di Tokyo.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Antonella Cinelli)