Investing.com - Tentativo di rimbalzo fallito per il Ftse Mib che torna intorno alla parità dopo poco più di un’ora dall’apertura. L’indice principale di Piazza Affari aggiunge appena lo 0,22% e resta poco sopra i 18.400 punti, dopo il crollo di ieri (-1,77%) sulla scia delle incertezze sulla Brexit.
Deboli le banche con l’indice FTSE Italia All Share Banks che cede lo 0,34%, spinte da Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), (-1.73%), doBank (MI:DOB) (-1,45%), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI) (-1,29%), Banco Bper (MI:EMII) (-0,96%), Unicredit (MI:CRDI) (-0,54%), Banca Generali (MI:GASI) (-0,43%), Banca Mediolanum (MI:BMED) (-0,16%), Ubi Banca (MI:UBI) (-0,27%) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (-0,32%).
In grande spolvero, invece, Banco Bpm (MI:BAMI) che guadagna il 3,51% dopo la scelta di Credito Fondiario ed Elliot come partner per la cessione di un pacchetto di crediti in sofferenza per 7,8 miliardi di euro. Restano fuori dalla scelta due consorzi, uno composto da doBank, Fortress e Spaxs (MI:SPAX), e l’altro da Prelios e Christofferson Robb & Company.
Resta a livelli di allerta lo spread, sopra i 285 punti, mentre si attendono gli sviluppi relativi alla “braccio di ferro” tra il Governo italiano e l’Unione europea.
Domani ci sarà l’incontro tra il Premier Giuseppe Conte con il Presidente della Commissione europe, Jean Claude Juncker, con la manovra di bilancio all’ordine del giorno.
L’obiettivo di entrambe le parti è quello di evitare la procedura di infrazione, mentre si diffondono alcune indiscrezioni secondo le quali la Commissione sarebbe disposta a concedere fino all’1,95% per il target deficit/Pil 2019. Secondo il Ministro Tria, il raggiungimento del 2% consentirebbe di evitare la procedura di infrazione.
In Italia cresce l'attesa per l'incontro del premier Giuseppe Conte con Juncker, probabilmente già domani, per discutere circa le modifiche alla manovra di bilancio al fine di evitare la procedura d'infrazione. Le ultime indiscrezioni vedono il governo italiano orientato a far scendere il target sul deficit dal 2,4% attuale al 2,1%. La Commissione europea chiederebbe invece una riduzione ad almeno l'1,95%.