di Andrea Mandala'
MILANO (Reuters) - Atlante è pronta ad intervenire sugli Npl delle good bank, mettendo a posto in questo modo uno dei tasselli che potrebbero portare Ubi (MI:UBI) ad acquisire tre delle quattro banche salvate a fine 2015.
Un passaggio chiave per sbloccare l'intera operazione è quello di giovedì prossimo quando si riunirà il Supervisory board della Bce che dovrebbe esaminare lo schema di intervento dell'istituto guidato da Victor Massiah per rilevare Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti.
A margine di un convegno Alessandro Penati, presidente di Quaestio Capital Management, la Sgr che gestisce il fondo Atlante, ha detto di essere pronto a fare un'offerta sui crediti deterioriati che le good bank hanno accumulato dall'avvio del programma di risoluzione e dopo la cessione delle sofferenze alla bad bank.
Il numero uno di Atlante ha inoltre confermato che il deconsolidamento degli Npl è una delle condizioni cui è subordinata l'offerta di acquisto delle tre banche.
"Ci deve essere un'offerta della banca che è binding ed è soggetta al fatto che noi risolviamo (il problema degli Npl)", ha spiegato Penati senza citare Ubi.
Secondo tre fonti vicine alla situazioni Atlante 2 potrebbe rilevare parte degli Npl delle tre banche che ammonterebbero a poco meno di 4 miliardi.
In particolre, precisa una fonte, l'intervento dovrebbe riguardare circa i due terzi di crediti deteriorati, pari a 2,5 miliardi circa, essenzialmente sofferenze ed inadempienze probabili.
La dotazione di Atlante 2 (1,715 miliardi) è praticamente assorbita dal previsto acquisto (1,6 miliardi) della tranche mezzanine della cartolarizzazione degli Npl di Mps (MI:BMPS).
Atlante 2, cui finora avrebbero contribuito Atlante 1 per 800 milioni-1 miliardo, Sga per 450 milioni, Poste (MI:PST) Vita per 200 milioni e Unipol (MI:UNPI) per 100 milioni, ha ricevuto impegni di sottoscrizione fino a 2,5 miliardi su cui potrebbe far leva.
Sembrerebbero mancare ad esempio 300 milioni che in parti uguali Unicredit (MI:CRDI) e Intesa (MI:ISP) si sono impegnate a versare. La scadenza per dare seguito alle promesse di inizio agosto è fissata entro la fine del mese.
Per il meccanismo della leva, spiega una delle fonti, 150-200 milioni investiti in una tranche mezzanina permetterebbero di liberare sofferenze fino a 4 miliardi.
Oltre allo scorporo dei crediti problematici il progetto di Ubi sulle tre banche è legato ad altre condizioni, quali la possibilità di compensare le perdite con gli utili futuri, il riconoscimento del badwill e l'utilizzo dei propri modelli interni per gli Rwa di tre istituti.
"Uno dei tasselli si sta mettendo a posto. Se la Bce darà un avallo all'impianto complessivo dell'operazione, poi potranno partire le trattative con i singoli attori per chiudere le altre questioni", dice una fonte.
Potrebbe inoltre intervenire il Fondo di Risoluzione a monte della vendita con una mini ricapitalizzazione per ripristinare i coefficienti patrimoniali degli istituti da cedere.
Una volta soddisfatte tutte le condizioni Ubi potrebbe quindi procedere ad un aumento di capitale per mantenere i suoi livelli patrimoniali dopo l'acquisizione e che secondo una fonte potrebbe essere intorno ai 400 milioni.
Se tutto andrà nel senso giusto, spiegano le fonti, si potrebbe arrivare alla sigla di un accordo vincolato alla chiusura delle varie condizioni per inizio dicembre con il closing definitivo per il primo trimestre del 2017.
-- ha collaborato Paola Arosio