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Governo rimanda approvazione vendita quote Poste - fonti

Pubblicato 16.07.2024, 14:27
© Reuters. Cassette delle lettere fuori da un ufficio postale nel centro di Milano, Italia, 15 aprile 2015. REUTERS/ Stefano Rellandini/File Photo
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ROMA (Reuters) - Il governo ha rinviato l'approvazione di un decreto per la vendita di una quota di Poste Italiane (BIT:PST), a seguito della resistenza da parte dei partiti di governo e di opposizione ad allentare la presa statale sui servizi pubblici fondamentali.

Lo hanno detto a Reuters fonti a conoscenza della vicenda.

Nell'ambito dei piani di vendita di asset statali per contenere l'enorme debito pubblico, il governo a gennaio aveva approvato un decreto che consente al Tesoro di cedere in tutto o in parte la quota del 29,3% in Poste, mantenendo comunque il controllo attraverso un'altra quota del 35% detenuta da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Tuttavia, dopo le critiche diffuse sulla vendita di una parte di un'azienda strategica, a maggio il Tesoro ha comunicato ai rappresentanti sindacali che avrebbe rivisto il decreto per cedere una partecipazione più contenuta del 13%, mantenendo il 51% in mani pubbliche.

L'approvazione del decreto rivisto non è nell'agenda del governo, dicono tre fonti senza però fornire ulteriori dettagli.

Secondo quanto riferito a maggio ai sindacati dai rappresentanti del Tesoro, l'adozione del decreto finale era inizialmente prevista per giugno.

Roma raccoglierebbe circa 2 miliardi di euro dalla vendita di circa il 13% di Poste, che ha un valore di 16 miliardi di euro.

Le critiche sollevate sostengono che i risparmi sugli interessi del debito derivanti dalla vendita sarebbero inferiori ai dividendi pagati da Poste in un orizzonte di lungo periodo.

Il gruppo - che impiega oltre 120.000 lavoratori in Italia - prevede di distribuire 6,5 miliardi di euro di dividendi tra il 2024 e il 2028, rispetto ai 3,8 miliardi di euro distribuiti nei cinque anni precedenti.

L'Italia ha raccolto più di 3 miliardi di euro nel 2015 con la vendita del 35% di Poste in un'Ipo che ha valutato il gruppo 8,8 miliardi di euro.

Roma aveva preso in considerazione un'ulteriore vendita di quote nel 2016 sotto il governo del primo ministro Matteo Renzi, ma ha deciso di non proseguire sui timori che una più alta partecipazione di tipo privato nel capitale di Poste avrebbe alimentato le pressioni sul gruppo per aumentare la redditività e ridurre la rete di uffici postali.

© Reuters. Cassette delle lettere fuori da un ufficio postale nel centro di Milano, Italia, 15 aprile 2015. REUTERS/ Stefano Rellandini/File Photo

Una delle fonti ha detto che il governo è concentrato sui piani per ridurre ulteriormente la quota posseduta, attualmente pari a circa il 27%, in Banca Monte dei Paschi (BIT:BMPS) di Sienae ri-privatizzarla, dopo un primo tentativo fallito nel 2021.

Persone a conoscenza del processo di privatizzazione avevano precedentemente detto che il Tesoro deve cedere il controllo di Mps entro la fine di quest'anno per rispettare i terminiconcordati con l'Unione europea ai tempi del salvataggio nel 2017.

 

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)

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