MILANO (Reuters) - Dopo le perquisizioni di ieri nelle sedi di Finmeccanica (MI:SIFI), Ansaldo (MI:STS) Sts e Hitachi Italia nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Milano sull'intesa fra il gruppo giapponese e quello italiano per la cessione del 40% di Ansaldo Sts, per tutta la giornata di oggi gli investigatori si sono dedicati a verbalizzare le dichiarazioni di testimoni.
Il pm Adriano Scudieri, hanno riferito fonti a conoscenza del dossier, ha interrogato sino a sera "a sommarie informazioni" insieme agli ufficiali della Guardia di Finanza una serie di persone informate sui fatti nell'ambito dell'indagine che, per ora ancora a carico di ignoti, ipotizza i reati di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza.
Gli investigatori sono stati inoltre impegnati a organizzare la mole di materiale acquisita nelle perquisizioni di ieri che, per quel che riguarda le operazioni nella sede di Finmeccanica a Roma, si sono potratte dal mattino sino alla mezzanotte.
Fra gli atti, sia cartacei che informatici (file e posta elettronica), hanno aggiunto le fonti, i finanziari del Nucleo Valutario hanno anche acquisito il contenuto del telefonino dell'AD di Finmeccanica Mauro Moretti. Il cellulare, una volta "clonato", è stato poi subito restituito al manager.
Ieri nessuna delle tre aziende, contattate da Reuters, ha rilasciato commenti sulle perquisizioni. Tutte e tre le aziende hanno sempre sostenuto la correttezza del loro operato e oggi Moretti ha detto che il prezzo ottenuto per Ansaldo è "il migliore che ci si potesse aspettare".
L'indagine è tesa a verificare se non sia stato comunicato compiutamente al mercato che il prezzo di cessione di Ansaldo Sts fosse stato fissato "al ribasso" per poter vendere a Hitachi anche Ansaldo Breda, penalizzando i soci di minoranza di Ansaldo Sts, se fossero corretti i parametri in base a quali il cda di Ansaldo Sts diede l'ok al prezzo dell'Opa, e se ci siano stati effettivamente dei danni per gli azionisti una volta che il prezzo del titolo si uniformò a quello dell'Opa.
(Emilio Parodi)