Di Alessandro Albano e Francesco Casarella
Investing.com - Lockdown, ripresa, poi Omicron. Il 2021 dei mercati è stato un'altalena di eventi che hanno caratterizzato le scelte degli investitori, sulle quali hanno pesato, forse più di ogni altra cosa, il ritorno dello spettro inflazionistico e le decisioni delle banche centrali.
Monete digitali 'lampo' come Dogecoin e SHIBA INU, e titoli-meme come GameStop (NYSE:GME) e AMC (NYSE:AMC) hanno rivoluzionato (nel bene e nel male) il modo di operare sui mercati portando alla ribalta protagonisti inaspettati (i cosiddetti Redditers) che, un po come Davide contro Golia, hanno cercato (fallendo) di dire la loro in un mercato per loro troppo grande.
Powell, Lagarde & Co hanno dominato i titoli dei giornali, appesi al filo di un aggettivo, 'transitorio', che non hai mai assunto un valore così centrale nei mercati e nella testa degli operatori come quest'anno, ribadendo che nell'era del quantitative easing la comunicazione è lo strumento più strategico nella cassetta degli attrezzi dei banchieri.
Quali sono, quindi, le questioni più importanti che attendono gli investitori? E il 2022 ci porterà ad un graduale ritorno verso la normalità sia finanziaria che sociale? "Nella mente degli operatori ci sono questioni come l'inflazione, se è transitoria o meno, i probabili aumenti dei tassi da parte delle principali banche centrali e se i prezzi elevati delle attività di rischio, siano essi azioni, obbligazioni societarie o high yield, siano davvero sostenibili", affermano da M&G Capital.
Che cos'è successo: un recap
Il 2021 è stato indubbiamente un anno positivo per le principali asset class. Le materie prime, spinte dalla fine dei lockdown, dalle riaperture e dalla ripresa molto forte dell’economia, hanno messo a segno delle performance importanti, con l’indice CRB in crescita da inizio anno di oltre il 35%. L’inflazione crescente poi, complice le Banche Centrali che inizialmente la consideravano “transitoria”, salvo poi ricredersi nell’ultima parte dell’anno, ha permesso il mantenimento dei valori attuali.
Dobbiamo tuttavia fare una distinzione tra le varie materie prime, perché non tutte sono andate positivamente quest’anno. Ad esempio tra i metalli preziosi, Oro ed Argento in particolare hanno subito un calo a differenza delle materie prime energetiche (petrolio in primis). Qui risulta infatti importante notare che storicamente l’oro, considerato tipicamente bene rifugio specie in periodi di alta inflazione, funziona bene soprattutto in casi di inflazione molto alta e duratura, mentre sembra che al momento siamo in una fase iniziale di crescita del fenomeno.
Lato obbligazionario invece, anche qui si dice ormai da anni che chi possiede bond è destinato a subire pesanti perdite, principalmente dovute ad un rialzo dei tassi.
Tuttavia questi rialzi (probabilmente) li vedremo dal 2022, a partire dalla Federal Reserve, mentre anche il 2021 si sta chiudendo tuttavia con una stabilità degli
spread, e con rendimenti in calo nella prima parte dell’anno, che tuttavia hanno saputo riprendersi nelle fasi più nervose dove la propensione al rischio si è ridotta notevolmente (ad esempio a novembre). Complessivamente, ragionando tra le varie asset class obbligazionarie, la categoria Invesment grade è in calo di circa 1%, mentre a patire di più sono i bond emergenti (calo di oltre il 10% per quelli in valuta locale, fonte Eaton Vance), ancora sotto pressione stante il rafforzamento della
divisa americana, che rappresenta una buona parte della valuta di debito di questi ultimi.
Per quanto riguarda infine il mercato azionario, anche qui molti “shortisti” sono rimasti delusi, poiché il ragionamento era il seguente: "se l’economia si è fermata causa Covid nel 2020, e nonostante questo i mercati azionari hanno chiuso molto bene, allora sicuramente crolleranno nel 2021". Ancora una volta però il bull market che dura praticamente dal 2009 (marzo 2020 ricordo è stata una correzione, forte ma pur sempre una correzione), ha continuato nel suo percorso, con piccole pause ma la salita è rimasta costante, premiando ancora una volta chi evita il market timing.
Come muoversi nel 2022
Non è possibile avere una sfera di cristallo, ma nell'outlook annuale degli investimenti Amundi afferma che "gli investitori dovrebbero iniziare l’anno con una allocazione prudente/neutrale (considerando anche le valutazioni di mercato elevate) e cercare di sfruttare le opportunità di valore relativo presenti a livello regionale e settoriale".
Per l'asset manager francese, bisognerà fare attenzione "all’illusione dei rendimenti nominali, puntando invece ai rendimenti reali", mentre il portafoglio modello composto per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni "sarà messo alla prova". La correlazione positiva tra mercato azionario e obbligazionario richiederà infatti, spiegano gli esperti di Mundi, "un’asset allocation più dinamica", e il rialzo dei tassi metterà sotto pressione "le aree con costi elevati nell’ambito dei titoli growth".
La selezione dovrebbe concentrarsi sugli utili e sul potere di trasferire i maggiori costi sui prezzi, su titoli di qualità e value", con l’Europa che "dovrebbe essere favorita grazie al Next generation EU, con particolare riguardo alla transizione ecologica", ma dovrebbero tornare al centro "anche le azioni dei mercati emergenti".
L’obiettivo degli investitori, afferma Matteo Germano, Head of Multi Asset di Amundi, deve essere quello "di puntare a rendimenti reali positivi e alla preservazione del capitale". In assenza di alternative, aggiunge, il mercato azionario "rimane privilegiato, ma bisognerà prestare attenzione alle aree con valutazioni eccessive, esposte al rialzo dei tassi, puntando invece su mercati più a sconto come quello Europeo ed Emergenti e al segmento value. Ora più che mai la diversificazione sarà essenziale".
Per gli analisti di Goldman Sachs Group (NYSE:GS), l'aumento del costo del denaro nelle diverse parti del mondo sarà uno dei temi centrali per il 2022, con rialzi anticipati e più rapidi che "potrebbero supportare rendimenti più elevati".
Il colosso svizzero UBS Group (SIX:UBSG) si aspetta invece un 2022 "a due velocità", con i tassi elevati di crescita e inflazione del primo semestre che "favoriranno i mercati ciclici, come quello dell'eurozona". Tuttavia, per gli esperti la riduzione della crescita e dell’inflazione nella seconda metà dell’anno "darà impulso ai settori difensivi come quello sanitario", mentre i livelli ancora contenuti dei tassi, dei rendimenti e degli spread "spingeranno gli investitori a seguire strade diverse per ottenere rendimenti".
"Guardando più avanti - aggiungono da UBS - la transizione a zero emissioni di carbonio e l’avanzare di rivoluzioni tecnologiche rappresenteranno i trend d’investimento più importanti del decennio, attraverso opportunità nel greentech e nelle soluzioni sostenibili, nonché di tecnologie abilitanti come intelligenza artificiale, big data e cybersecurity".