MILANO (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale ha rivisto drasticamente al ribasso le stime per il rapporto debito/Pil italiano quest'anno rispetto a quanto ipotizzato sei mesi fa.
Nel rapporto 'Fiscal monitor' diffuso oggi, l'Organizzazione con sede a Washington stima infatti che per l'anno in corso il debito si attesti al 140,3% del Pil rispetto al 147,1% delle stime dello scorso ottobre.
"Si stima che per i Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 50%, ogni punto percentuale di incremento a sorpresa dell'inflazione riduca il debito pubblico di 0,6 punti percentuali del Pil, con effetti visti durare nel medio termine", osserva il Fondo.
Per l'anno prossimo inoltre l'Fmi vede il rapporto debito/Pil scendere ulteriormente a 140,0% e poi a 138,5% nel 2025.
Contestualmente, l'Fmi ipotizza un percorso discendente anche per il deficit/Pil visto quest'anno a 3,7%, in calo rispetto al 3,9% di ottobre, il prossimo a 3,3% e nel 2025 in ulteriore discesa a 2,3%.
"L'instabilità nel settore finanziario, se dovesse intensificarsi, potrebbe mettere sotto pressione anche i bilanci del settore pubblico dato che i governi potrebbero dover intervenire", aggiunge il Fondo.
Varato ieri dal Cdm, il primo Def del governo a guida Giorgia Meloni ha rivisto al rialzo le stime di crescita per quest'anno e tagliato quelle per il prossimo anno confermando i precedenti obiettivi di finanza pubblica.
La crescita 2023 è stata rivista a 1% dallo 0,6% ipotizzato in novembre mentre quella per il prossimo anno è stata tagliata a 1,5% da 1,9%.
Nel 'World Economic Outlook' il Fondo ha ritoccato al rialzo le stime di crescita per l'Italia quest'anno e rivisto al ribasso quelle per il prossimo.
Quanto al debito, l'esecutivo lo vede al 142,1% quest'anno, in calo rispetto al 144,6% precedentemente stimato, al 141,4% nel 2024 e al 140,4% nel 2026.
"Tre anni dopo la pandemia le politiche di bilancio stanno tornando alla normalità", dice l'Fmi aggiungendo che "la prospettiva di bilancio nel breve termine resta complicata".
(Sara Rossi, editing Stefano Bernabei)