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La sbandata dei titoli big tech forse è un sano rallentamento

Pubblicato 07.09.2020, 10:25
Aggiornato 07.09.2020, 08:40
La sbandata dei titoli big tech forse è un sano rallentamento

Gli scoop sui derivati che avrebbero fatto sbandare il Nasdaq hanno anche fondamento, ma non aiutano a capire cosa può succedere. Wall Street deve trovare un passo più sincronizzato e la Fed può aiutare

Girando per siti e blog americani non è difficile imbattersi in questi giorni in titoli tipo ‘The Crash is Coming’ o che almeno avvertono che ‘The Bubble’ sta per esplodere o che Wall Street è in ‘Correction Mode’. Così come non mancano gli scoop di grandi testate finanziare che hanno individuato in Softbank ‘the Whale’, la balena divoratrice di derivati che avrebbe causato la sbandata del Nasdaq di giovedì 7 settembre, seguita venerdì da un ribasso contenuto nel finale. Di accertato finora c’è solo che dai filing alle autorità di controllo risulta che il fondo dell’investitore giapponese di Masayoshi Son la scorsa primavera ha comprato titoli di colossi tech come Amazon (NASDAQ:AMZN), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Netflix (NASDAQ:NFLX) e anche Tesla (NASDAQ:TSLA) per un controvalore di 4 miliardi di dollari. Il resto – come la storia della vendita di opzioni call ‘out of the money’ che avrebbe prima accelerato e poi sgonfiato sia gli stessi big tech che lo S&P 500, visto che un quarto della capitalizzazione del principale indice mondiale è fatto di soli 5 titoli, Facebook (NASDAQ:FB) e Apple (NASDAQ:AAPL) oltre a Amazon e Microsoft – sono congetture e ricostruzioni basate su ‘persone a conoscenza dei fatti’ che preferiscono restare anonime.

IL GIOCO RISCHIOSO DELLE OPZIONI

Ci sarà qualcosa di vero? Probabilmente sì, ma magari alla fine semplici operazioni di hedging, vale a dire di protezione di un investimento su cui si è molto esposti. Vendere opzioni ‘out of the money’ è un gioco redditizio ma rischioso. Vuol dire scommettere sul fatto che il titolo/i sottostanti abbiano uno spazio al rialzo o al ribasso limitato, e quindi si vendono opzioni che potrebbero essere esercitate solo a un prezzo distante da quello attuale, sperando che non venga raggiunto, e intanto si incassa il cash della vendita senza spendere nulla. Il rischio è quello di mettersi in mano alla controparte, se effettivamente alla fine il sottostante raggiunge il prezzo oggi fuori mercato, prima che l’opzione scada, si è costretti a comprare o a vendere in perdita. Quindi è possibile che Softbank abbia deciso di monetizzare ulteriormente un investimento che stava già andando bene vendendo call a prezzi decisamente più alti di quelli di mercato, ma abbia poi anche venduto il sottostante, di cui disponeva in abbondanza, per evitare che raggiungessero un livello oltre il quale sarebbe finita in perdita. Con il benefit collaterale di portare a casa un cospicuo capital gain...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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