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Mediaset, Vivendi ribadisce "mediazione in corso", minusvalenza teorica 263 milioni

Pubblicato 17.11.2017, 13:42
© Reuters. L'amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontaine
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MILANO (Reuters) - Fra Vivendi (PA:VIV) e Mediaset (MI:MS) è tuttora in corso un tentativo di mediazione sul contenzioso, nato dal mancato acquisto da parte dei francesi di Mediaset Premium, presso la Camera Nationale e Internazionale di Arbitrato di Milano.

E, qualora non si dovesse arrivare a un accordo, il prossimo appuntamento è l'udienza sulla causa civile al Tribunale di Milano fissata al 19 dicembre.

E' quanto si legge nella relazione trimestrale del colosso dei media francese che detiene il 29,9% dei diritti di voto e il 28,8% del capitale di Mediaset.

Al 30 settembre scorso, a fronte di un investimento per rilevare la partecipazione nel Biscione di 1,259 miliardi di euro, fra novembre e dicembre 2016, la minusvalenza teorica registrata è di 263 milioni al prezzo di 2,93 euro che è in linea con quello di oggi (2,92). Al 31 dicembre scorso, invece, la partecipazione registrava una plusvalenza di 140 milioni perché il prezzo del titolo Mediaset era più alto a 4,11 euro.

Tornando al contenzioso legale in corso, nella relazione si ribadisce che il 9 giugno scorso Mediaset, RTI e Fininvest hanno inoltrato una nuova richiesta danni contro Vivendi chiedendo 2 miliardi (Mediaset e RTI) e 1 miliardo (Fininvest), in relazione all'acquisto di azioni Mediaset alla fine del 2016.

Il Biscione chiede che Vivendi ceda la quota in Mediaset, perché comprata in violazione dell'accordo dell'8 aprile 2016 che prevedeva la vendita della pay tv ai francesi. Inoltre, si richiede che, in attesa di questo disinvestimento, a Vivendi venga imposto di non esercitare i propri diritti, inclusi i diritti di voto sulle azioni Mediaset.

E il prossimo 15 dicembre si svolgerà l'assemblea staordinaria Mediaset per votare alcune modifiche statutarie finalizzate a garantire, limitando la presenza dei francesi, che le decisioni in Cda siano prese senza il pericolo di bracci di ferro. Sostanzialmente, le modifiche proposte prevedono il passaggio al sistema a liste bloccate da quello attuale proporzionale. In particolare alle liste di minoranza verranno riservati due posti in caso di un Cda con 7-11 membri e tre posti con un consiglio di 12-15 membri. Il rinnovo del consiglio ci sarà in primavera.

L'azionariato di Mediaset vede Fininvest con circa il 40% seguita da Vivendi con il 28,8% ma con diritti di voto limitati al 9,9% dopo l'intervento dell'Agcom che ha dato ai francesi un anno di tempo per mettersi in regola. Ma non è chiaro che cosa farà Vivendi nel caso di assemblee straordinarie dove occorrono i due terzi del capitale presente per fare passare delibere importanti e in quel caso il voto dei francesi potrebbe essere determinante.

In vista della prossima assemblea, Fininvest ha dato mandato a Georgeson, proxy adviser, di raccogliere le deleghe dei soci al fine di raggiungere una maggioranza sufficiente a fare passare la proposta. Considerato che Mediaset ha reso noto di avere in portafoglio azioni proprie pari al 3,8% circa del capitale, con la possibilità di comprare fino al 10%, il flottante reale al quale rivolgersi in cerca di soci è intorno al 20%.

© Reuters. L'amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontaine

(Giancarlo Navach)

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