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Moncler inarrestabile dopo crescita a doppia cifra degli utili. Eni cede

Pubblicato 25.10.2019, 11:08
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Investing.com – Prosegue il rally di Moncler (MI:MONC) che con una crescita dell’8% guarda dall’alto il resto delle blue chips del Ftse Mib.

I primi mesi del 2019 per Moncler (MI:MONC) si sono chiusi con ricavi consolidati pari a 995,3 milioni, segnando un +14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre a tassi di cambio costanti l’aumento risulta del 12%.

La parte del leone viene svolta dal fatturato nell’area Emea, crescendo dell’11% grazie a quanto raggiunto in Germania e nei Paesi Scandinavi, risultati superiori alla media.

Molto positiva la performance anche in Asia e nel resto del mondo, con un terzo trimestre cresciuto del 15%, dove i mercati giapponese, cinese continentale e coreano non hanno risentito della situazione a Hong Kong. Bene anche il fatturato in nelle americhe, cresciuto del 10%.

Più limitata la crescita in Italia, dove Moncler (MI:MONC) aggiunge il 6% nei primi nove mesi e del 4% nel terzo trimestre.

"Anche nel terzo trimestre 2019 Moncler (MI:MONC) ha registrato ricavi in crescita a doppia cifra, nonostante eventi esterni e inaspettati abbiano condizionato le performance in alcuni importanti mercati”, spiega il presidente e AD Remo Ruffini.

Siamo tutti consapevoli che abbiamo davanti a noi un periodo di maggiore incertezza e volatilità”, aggiungeva Ruffini. “E' nostro dovere continuare a rafforzare la capacità del gruppo di essere agile e reattivo. Ed è proprio questa dinamicità, energia e flessibilità a darmi serenità nell'affrontare il futuro. Abbiamo davanti a noi mesi interessanti e sono convinto che Moncler (MI:MONC) saprà affrontarli con tenacia uscendone ulteriormente rafforzata", concludeva l’AD del gruppo.

Post rilascio degli utili più difficile per Eni (MI:ENI), che porta le perdite odierne all’1% dopo un inizio intorno alla parità.

Il terzo trimestre 2019 di Eni (MI:ENI) ha visto un crollo del 26%, mentre ancora peggiori sono risultati gli ultimi tre mesi con un calo del 44%.

Cresce la produzione di idrocarburi, segnando il terzo trimestre migliore di sempre con 1,89 milioni di boe/giorno e una crescita del 6%, mentre i primi nove mesi hanno segnato un +1,8%.

Ottimista l’AD del gruppo Saipem (MI:SPMI), Claudio Descalzi.

"I risultati conseguiti da Eni (MI:ENI) sono stati di grande solidità le operazioni di portafoglio quali l’acquisto degli asset Exxon in Norvegia e del 20% della raffineria di Ruwais negli Emirati sono destinate a dare un’ulteriore spinta in termini di sviluppo e di stabilità.

In particolare abbiamo conseguito nel trimestre una crescita rilevante della produzione, pari al 6%, grazie ai contributi dall'Egitto, Kazakhstan, Ghana e la prima produzione dal Messico, ottenuta a soli undici mesi dalla decisione finale di investimento. La produzione crescente e i risultati della commercializzazione gas e del marketing oil hanno consentito di generare nei primi nove mesi dell’anno un flusso di cassa, in sensibile crescita nonostante lo scenario in peggioramento, pari a €9,4 miliardi, capace di finanziare non solo gli investimenti netti di periodo per €5,6 miliardi ma anche il dividendo e il buy-back previsti per l’intero anno in circa €3,4 miliardi.

Questo dimostra che l’efficiente portafoglio Eni (MI:ENI) vanta uno scenario di break-even ben inferiore a quello riscontrabile nel già difficile scenario odierno. In particolare nel terzo trimestre il Brent ha perso oltre 13 $/barile mentre il prezzo del gas in Europa si è ridotto di oltre il 50%, accelerando un trend in riduzione rispetto al 2018 evidente dai primi sei mesi dell’anno. Alla solidità dei risultati contribuiranno poi da fine anno l’acquisizione in Norvegia, che apporterà circa 100 mila barili giorno di produzione, e il contributo stabilizzante della partecipazione nella raffineria di Ruwais che accrescerà del 35% la nostra attuale capacità di raffinazione.

E’ importante infine evidenziare i continui progressi nei business complementari del futuro, dalle bio-raffinerie, alle rinnovabili e ai primi impianti pilota waste to fuel, che in gran parte fanno leva sulla ricerca interna che sarà sempre più la nostra seconda esplorazione, volano di generazione di nuovi business. Su queste basi guardo al futuro più prossimo così come a quello di transizione nel medio lungo termine con grande fiducia".

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