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Mps sulle montagne russe nel giorno 1 dell'aumento di capitale. Crollano i diritti

Pubblicato 17.10.2022, 10:03
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Di Alessandro Albano

Investing.com - Forte volatilità per il titolo di Monte dei Paschi (BIT:BMPS) nel primo giorno valido per l'aumento di capitale iperdiluitivo valido per i progetti di restructuring della banca senese.

Dopo una prima accelerazione al +7%, il titolo perde al momento il 3% ad euro 2 per azione mentre i diritti, dopo un teorico -20%, crollano ora al -19% ad un prezzo di 6,27 euro.

Ricordiamo che i diritti di opzione sono esercitabili dal 17 al 31 ottobre e negoziabili fino al 25, ad un prezzo di sottoscrizione pari a 2 euro per ciascuna nuova azione nel rapporto di 374 nuove azioni ogni 3 azioni possedute. Il prezzo di sottoscrizione dell'aumento incorpora uno sconto pari al 7,79% rispetto al Terp (prezzo teorico ex diritto).

L'aumento di capitale da 2,5 miliardi vale oltre 10 volte la capitalizzazione di mercato del Monte, ed è il settimo in appena 15 anni. Per questo, la banca guidata dall'Ad Lovaglio ha faticato per raccogliere le adesioni da parte degli investitori privati e l'impegno da parte del consorzio bancario a sottoscrivere l'inoptato.

Tuttavia, dopo che la banca si è assicurata la partecipazione degli investitori privati per 500 milioni, il pool formato da Bank of America (NYSE:BAC) (NYSE:BAC) (NYSE:BAC), Citigroup (NYSE:C) (NYSE:C), Credit Suisse e Mediobanca (BIT:MDBI) (BIT:MDBI) (BIT:MDBI), con l'aiuto dal fondo di Davide Serra Algebris (detentore di molti bond subordinati della banca senese) ha deciso di partecipare all'operazione.

Ma tutto ha un costo. Infatti, come specificato da Mps in una nota, l'aucap costerà alla banca 132 milioni di euro, soprattutto in commissioni pagate alle istituzioni finanziarie che garantiscono l'operazione.

Il piano è il cardine attorno alla quale il cda di Siena ha costruito il piano strategico al 2026, nel quale sono previsti 4.000 mila uscite volontarie (costo 800 milioni) che potrebbero aiutare a raggiungere l'obiettivo di utile di 1 miliardo al 2024 (che beneficia del reassessment di DTA) e di 833 milioni al 2026, con ritorno al dividendo a partire dal risultato 2025 (pay-out del 30% in 2025- 2026).

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