In una nota inviata ai clienti lunedì, i principali strateghi di Oppenheimer hanno dichiarato che l'azienda sta rivedendo al ribasso il proprio obiettivo di prezzo di fine anno per l'indice S&P 500.
Gli analisti hanno rivelato che la società sta abbassando il proprio obiettivo di prezzo per l'indice di riferimento a 4400 da 4900 per riflettere il sell-off di tre mesi dell'S&P 500, che ha spinto il benchmark la scorsa settimana a livelli di correzione.
"I risultati contrastanti degli utili del terzo trimestre e le indicazioni caute dei cosiddetti 'Magnifici sette', i titoli tecnologici e quelli legati alla tecnologia, insieme all'impennata dei tassi d'interesse a lungo termine determinati dal mercato, hanno suscitato nei partecipanti al mercato il timore che la Fed possa mantenere i tassi d'interesse ai livelli attuali o addirittura alzarli un po' più a lungo, spingendo l'S&P 500 e il NASDAQ Composite in territorio di 'correzione' (ribasso del 10% o più rispetto al livello massimo)", hanno dichiarato gli analisti.
"Con l'S&P 500 a 4117 venerdì scorso, il nostro obiettivo di 4900 è, a nostro avviso, improbabile che venga raggiunto entro la fine dell'anno, dato l'inasprimento del sentimento sui titoli azionari che ha prevalso negli ultimi tre mesi, a causa dell'aumento dell'incertezza su quanto a lungo la Federal Reserve manterrà i tassi ai livelli attuali (o addirittura li alzerà ulteriormente), dato che l'inflazione complessiva rimane più rigida del previsto, anche se l'inflazione di base (al netto di cibo ed energia) è apparsa più reattiva a una politica monetaria più restrittiva", hanno aggiunto.
Gli strateghi degli investimenti hanno anche osservato che, oltre all'incertezza geopolitica ed economica, parte del recente ribasso delle azioni "riflette un capriccio di mercato da parte di operatori ad alta leva finanziaria che devono affrontare il nuovo paradigma della fine del denaro libero".
Nonostante i tre mesi di correzione sperimentati dalle azioni a partire da agosto, Oppenheimer ritiene che sia "probabilmente vicina alla fine", con "le valutazioni che si sono ridotte in modo sostanziale in tutti i settori" e la resilienza che rimane "la parola d'ordine per l'economia statunitense".
"Rimaniamo positivi sulle azioni e consideriamo il reddito fisso altamente complementare ai fini della diversificazione, sebbene non ampiamente competitivo con le azioni nel medio-lungo periodo", hanno dichiarato gli analisti.