A cura di Mauro Speranza
Investing.com - Giornata in controtendenza a Piazza Affari per Saipem (MI:SPMI) che guadagna l’1,33%, mentre il Ftse Mib resta intorno alla parità insieme al tedesco Dax, il britannico Ftse 100, il francese Cac 40 e lo spagnolo Ibex 35.
Saipem è attea alla prova degli utili 2018 i cui preliminari saranno diffusi nella giornata di domani, mercoledì 27 febbraio, mentre giovedì è atteso il comunicato stampa della società e una conference call.
Banca Akros ha confermato la raccomandazione buy sul titolo e indicato un prezzo obbiettivo di 6,4 euro, spiegando di attendersi per il 2018 il rispetto dei target indicati a fine ottobre. Nel dettaglio Saipem potrebbe migliorare i margini della divisione E&C Onshore, andando a compensare il calo dell’EBITDA atteso nel drilling.
Per il prossimo anno, gli esperti di Banca Akros prevedono un continuo miglioramento dei margini e degli ordinativi che a fine 2018 sono stimati a 8 miliardi.
L’ottimismo su Saipem, intanto, sta facendo da contraltare al calo del prezzo del greggio che sta influenzando gli altri titoli petroliferi, con l’indice di settore, il FTSE Italia All Share Basic Resources che cede lo 0,41%. Sono in rosso, infatti, Eni (MI:ENI) (-0,46%), Tenaris (MI:TENR) (-0,42%) e Saras (MI:SRS) (-0,73%), seguiti dalla inglese BP (LON:BP) (-0,86%) e l’olandese Royal Dutch Shell (-0,98%).
Resta debole, in fatti, il petrolio greggio che è sceso a 55,41 dollari al barile mentre il Brent viene scambiato a 65 dollari.
I prezzi della materia prima nera hanno visto un brusco calo ieri dopo che Donald Trump era tornato ad attaccare l’Opec su Twitter. A seguito dell’intervento di Trump, il greggio iniziava ad affrondare fino ad un ribasso del 3%.
“Il prezzo del petrolio sta diventando troppo alto”, scriveva Trump, “Opec per favore, rilassati e calmati. Il mondo non può affrontare un’impennata dei prezzi, è fragile!”, concludeva il Presidente degli Usa.
Secondo gli analisti, per la prima volta Trump si rivolgeva all’Opec facendo riferimento alla “fragilità” del mondo, situazione che potrebbe averlo spinto vicino ad un accordo con la Cina sul tema dei dazi.