BERLINO (Reuters) - Londra è pronta a decidere sul ruolo di Huawei nello sviluppo delle reti 5G in Gran Bretagna mentre anche nelle altre capitali europee si dibatte sulle implicazioni per la sicurezza di una dipendenza dalla tecnologia cinese.
La scelta dovrebbe essere comunicata oggi dal premier britannico Boris Johnson.
In Germania, la preferenza della cancelliera Angela Merkel per l'applicazione delle stesse regole a tutti i fornitori si scontra con una crescente resistenza all'interno del suo stesso partito, dove c'è chi sostiene le richieste statunitensi di bandire completamente Huawei.
Anche se la Gran Bretagna si prepara a lasciare l'Unione Europea, si cerca comunque una posizione a livello comunitario per affrontare i rischi delle reti, che diventeranno più veloci e diffuse nell'era del 5G.
I principali operatori di telecomunicazione europei, tutti clienti Huawei, stanno facendo pressione per evitare un divieto assoluto di utilizzo di apparecchiature Huawei.
Allo stesso tempo, molti stanno rimuovendo i sistemi dell'azienda cinese dalla parte "core" delle loro reti, un nucleo più sensibile rispetto alla più periferica parte radio, poiché è lì che viene guidato il traffico e vengono gestiti i dati.
Ecco una scheda sulla situazione attuale:
CONTRACCOLPO TEDESCO
In Germania, politici di diverso orientamento sfidano il pragmatismo di Merkel concordando con le argomentazioni dell'amministrazione di Donald Trump, secondo le quali non ci si può fidare di Huawei, perché di fatto sarebbe nelle mani del governo cinese, contestazione ripetutamente smentita dall'azienda.
Merkel ha chiesto una sospensione del dibattito interno in vista del summit Ue di marzo.
I timori espressi dal potente settore automobilistico tedesco, secondo i quali la messa al bando di Huawei potrebbe provocare ritorsioni commerciali da parte della Cina - primo mercato di esportazione - hanno influenzato Merkel e i suoi stretti consiglieri.
COSA C'È IN BALLO?
Gli operatori Deutsche Telekom, Vodafone (LON:VOD) e Telefonica (MC:TEF), tutti clienti Huawei, avvertono che sostituire le forniture Huawei potrebbe costare miliardi di euro, che si aggiungerebbero agli ingenti costi sostenuti per assicurarsi le frequenze 5G.
Più in generale, l'Europa è emersa come il campo di battaglia in una 'Guerra Fredda' tecnologica tra Pechino e Washington, di cui potrebbero beneficiare i competitor europei di Huawei, Ericsson e Nokia, che costituirebbero un duopolio in caso di esclusione dell'azienda cinese.
Huawei è leader nel mercato globale delle apparecchiature per le telecomunicazioni con una quota del 28%, secondo la società di consulenza statunitense Dell'Oro. Nokia è seconda con una quota 16% e Ericsson terza al 13%. La sua quota è più alta in Europa mentre l'azienda è stata messa al bando negli Usa.
LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI
La cosiddetta 'cassetta degli attrezzi', in arrivo questa settimana, dovrebbe creare un quadro comune europeo per analizzare e affrontare la sicurezza delle reti 5G, ma potrà solo formulare raccomandazioni, perché le regole comunitarie stabiliscono che la politica di sicurezza è di competenza dei governi nazionali.
Non ci sarebbero divieti diretti nei confronti di Huawei, ma il commissario europeo, il francese Thierry Breton, ha ribadito indirettamente a Huawei che l'Ue rivendicherà il suo status di spazio sovrano sulle reti di telecomunicazione.
L'ECCEZIONE FRANCESE
In Francia, il leader di mercato Orange, a partecipata dallo Stato, non usa Huawei per la rete domestica ma se ne avvale in Spagna e Polonia.
I rivali Bouygues (PA:BOUY) Telecom (MI:TLIT) e SFR, di Altice Europe, sono entrambi clienti Huawei.
PRAGMATICI E SCETTICI
Nessun governo europeo ha ancora imposto un divieto assoluto nei confronti di Huawei. Le posizioni oscillano tra chi mostra una maggiore apertura e chi è invece più scettico, a riflesso delle diverse percezioni del rischio e atteggiamenti divergenti nei confronti di Washington e Pechino.
In Spagna non si registrano particolari dibattiti sui rischi che Huawei potrebbe comportare. L'Ungheria ha aperto all'azienda cinese, dicendo di non vedere alcuna prova a sostegno delle affermazioni degli Stati Uniti sui rischi per la sicurezza.
Al contrario, l'autorità ceca di controllo sulla cyber-security ha lanciato un warning a tutte le principali aziende di rete sui rischi connessi alle apparecchiature Huawei e dell'altra azienda cinese, la più piccola Zte.
I Paesi Bassi hanno discusso di meccanismi retroattivi per la rimozione delle apparecchiature cinesi nel caso in cui si mostrassero carenti.
L'Italia ha introdotto misure che impongono agli operatori telefonici l'obbligo di notificare gli accordi di fornitura sul 5G, anche se né Huawei né Zte vengono espressamente citate. Il governo ha comunque la facoltà di imporre prescrizioni o mettere il veto, se emergessero rischi per la sicurezza nazionale.
La Polonia potrebbe imporre norme di sicurezza più severe sulla parte 'core' della rete, che dirige il traffico e gestisce le informazioni sensibili.
Nel complesso, l'Europa non sembra orientata a una messa al bando totale, e qualunque accordo riguardante un quadro comune sarebbe un'importante vittoria per Huawei. Ciò, tuttavia, non eliminerebbe il rischio di subire, in un secondo momento, divieti d'accesso ai singoli mercati.