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Se banche Ue lasciano Russia danneggiano imprese occidentali e russe - Cremlino

Pubblicato 25.06.2024, 15:44
© Reuters. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov assiste a un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi a Mosca, Russia, il 7 dicembre 2023. Sputnik/Sergei Bobylev/Pool via REUTERS
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MOSCA (Reuters) - Se le banche europee lasciassero la Russia danneggerebbero sia le aziende occidentali che quelle russe, dato il numero elevato di aziende occidentali che ancora operano e utilizzano servizi bancari in Russia.

Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Con la maggior parte delle principali banche russe sottoposte a sanzioni occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022, le banche straniere, tra cui l'austriaca Raiffeisen Bank International e UniCredit (BIT:CRDI), sono diventate collegamenti finanziari chiave con l'Occidente, aumentando così i profitti.

"Svolgono funzioni piuttosto importanti nel trasferimento di fondi, non solo nell'interesse dei nostri clienti di queste banche, ma anche dei clienti stranieri", ha detto Peskov ai giornalisti.

La vigilanza bancaria della Banca centrale europea ha chiesto a tutte le banche con una significativa esposizione alla Russia di accelerare i loro sforzi di derisking, definendo una chiara tabella di marcia per il ridimensionamento e l'uscita dal mercato russo.

Raiffeisen ha dovuto affrontare un esame mirato per i suoi elevati profitti in Russia e i suoi legami con Mosca. Secondo una fonte, la banca ha ricevuto un avvertimento per iscritto dal Tesoro degli Stati Uniti che il suo accesso al sistema finanziario americano potrebbe essere limitato.

"Non dimenticate che moltissime imprese occidentali lavorano nell'economia russa e continuano a lavorare qui", ha detto Peskov. "Hanno investimenti enormi e multimiliardari e la maggior parte delle aziende non se ne sono andate, ma continuano a lavorare in questo mercato".

"Quindi utilizzano questi servizi bancari. Se si fermano, queste aziende saranno danneggiate quanto le nostre".

© Reuters. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov assiste a un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi a Mosca, Russia, il 7 dicembre 2023. Sputnik/Sergei Bobylev/Pool via REUTERS

Dal giorno dell'invasione dell'Ucraina, circa 1.000 aziende hanno lasciato il mercato russo, un esodo che è costato alle aziende straniere più di 107 miliardi di dollari tra svalutazioni e mancati introiti, secondo un'analisi di Reuters.

Molte aziende, come Mondelez International, PepsiCo, Auchan, Nestle e Unilever (LON:ULVR), hanno mantenuto la loro presenza in Russia.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)

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