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Tassi Bce, querelle Roma/Francoforte, mercato prosegue crollo

Pubblicato 16.12.2022, 13:50
© Reuters. Il ministro della Difesa Guido Crosetto al palazzo del Quirinale a Roma. REUTERS/Guglielmo Mangiapane
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MILANO (Reuters) - Lo scontro tra ministri italiani e la Banca centrale europea, avviato ieri da un tweet del ministro della Difesa Guido Crosetto contro la decisione di alzare i tassi e mantenere una politica restrittiva, ha trovato nuovo carburante oggi con un altro intervento del co-fondatore di Fratelli d'Italia e le critiche del leader leghista Matteo Salvini e del vice-premier Antonio Tajani.

"Non ha senso alzare i tassi. Poi aumentano i requisiti di capitale delle banche (che quindi contrarranno credito) e lanciano il tightening sui titoli di stato? Folli!" ha twittato stamani Crosetto contro la politica della Bce.

Il mercato italiano dei titoli di Stato, che già ieri aveva registrato un tonfo dopo la decisione di Francoforte, continua a essere oggi sotto pressione.

Lo scarto di rendimento sul tratto decennale tra Btp e Bund viaggia intorno ai 220 punti base: stava a 214 ieri sera dopo il consiglio Bce ma a 192 ieri mattina, prima che si chiudesse il consesso dei banchieri centrali.

"Incredibile, sconcertante e preoccupante che mentre c'è un governo che sta facendo di tutto per aumentare stipendi e pensioni e tagliare le tasse, la Bce, in un pomeriggio di metà dicembre, approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa" ha tuonato questa mattina il leader leghista a margine di un evento milanese.

Una scelta che non ha senso, secondo il ministro degli Esteri e vicepremier Tajani, che "non è positiva per la Ue e per l'economia reale italiana".

Tornando all'oggetto del contendere, la cronaca di ieri pomeriggio è partita dall'annuncio di una stretta monetaria da 50 punti base - ampiamente scontata - accompagnata però da commenti particolarmente 'hawkish' che hanno dato il via a un diluvio di vendite su borsa e secondario.

Presentando le nuove stime dello staff su crescita e inflazione, Francoforte giustifica l'affermazione dei 'falchi', proiettando per la zona euro un'inflazione media che resterebbe l'anno prossimo a 6,3%, oltre tre volte l'obiettivo ufficiale.

La banca centrale fa inoltre riferimento alla prospettiva di una recessione della zona euro che sarà "breve" e "moderata", facendo slittare a data da destinarsi un'eventuale riduzione del costo del denaro.

Secondo fonti vicine al consiglio Bce, per ottenere la maggioranza sulla decisione di ieri la presidente ha dovuto promettere ai 'falchi' due rialzi consecutivi da mezzo punto percentuale.

Non bastasse la polemica sui tassi, si aggiunga l'ingerenza di Francoforte sul fondo salva-stati, di cui Lagarde auspica una rapida ratifica da parte dell'Italia.

"Decide il parlamento" si limitava ieri sera a commentare in merito il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.

Va ricordato che soltanto la scorsa settimana la Corte costituzionale tedesca - anche Berlino non ha ancora ratificato il Mes - ha dato via libera al Fondo.

Se si sono susseguiti anche questa mattina commenti di consiglieri Bce di pieno appoggio alla mossa di ieri - i banchieri centrali di Francia, Finlandia e Austria - va detto che alcune perplessità in merito arrivano anche da osservatori internazionali certamente non di parte.

"Sembra che i mercati finanziari e la Bce continuino a vivere in due mondi diversi" commenta Sylvain Broyer, economista capo per l'area Emea di S&P Global Ratings.

"Come si fa a conciliare una curva dei rendimenti piatta o addirittura invertita con un mondo caratterizzato da un'inflazione persistente, una recessione poco profonda seguita da una ripresa costante nel 2024-2025, come indicato nelle nuove proiezioni dello staff Bce?".

Se a sbagliare è la banca centrale e non il mercato, avverte, il rischio è che l'economia precipiti in una recessione più lunga e più profonda di quanto suggeriscano le stime stesse di Francoforte.

Per tornare alla politica italiana, gli strali del centro-destra contro la Bce erano comunque ben più avvelenati prima della vittoria elettorale di fine settembre.

© Reuters. Il ministro della Difesa Guido Crosetto al palazzo del Quirinale a Roma. REUTERS/Guglielmo Mangiapane

La decisione di giugno di porre fine al 'quantitative easing' è stata per esempio definita 'miope' e 'inopportuna'.

"Ragazzi, vogliono svendere l'Italia come hanno fatto con la Grecia: un attentato alla vita economica del nostro Paese da parte di Bruxelles!" twittava allora Matteo Salvini.

(Alessia Pé, editing Stefano Bernabei, Sabina Suzzi)

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