MILANO (Reuters) - Il Tar del Lazio ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue affinché decida sulla legittimità della decisione dell'Agcom che aveva imposto a Vivendi (PA:VIV) di alleggerire la sua partecipazione in Telecom Italia (MI:TLIT) o in Mediaset (MI:MS).
L'ordinanza del Tribunale amministrativo, secondo quanto si legge, sospende il suo giudizio e rinvia gli atti alla Corte di giustizia.
Nell'ordinanza il Tar scrive: "Appare necessario valutare l'adeguatezza e la proporzionalità delle restrizioni, imposte dal più volte citato art. 43, comma 11 del Tusmar, in rapporto ai principi di libertà di stabilimento e di libera circolazione dei capitali, riconosciuti dal diritto comunitario, ma da contrapporre ad altrettanto rilevanti e riconosciuti principi, quali la libertà e il pluralismo dell'informazione".
Al Tribunale amministrativo si era rivolto il colosso dei media francese per chiedere l'annullamento della delibera del 18 aprile 2017 con cui l'Autorità concluse che la posizione della stessa Vivendi nel settore delle comunicazioni elettroniche e nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - a seguito delle partecipazioni azionarie detenute in Telecom (23,9%) e in Mediaset (28,8% del capitale e 29,9% dei diritti di voto) - integra una violazione del testo unico sui media, il Tusmar.
Successivamente alla decisione dell'Agcom, Vivendi ha girato il 19,9% del capitale sociale di Mediaset a Simon Fiduciaria, mantenendo una quota diretta del 9,9% nel Biscione. Mentre a inizio maggio, con il rinnovo del Cda di Telecom che ha visto la nomina dei due terzi dei consiglieri da parte del fondo Elliott, il gruppo francese non esercita più controllo o influenza dominante sulla compagnia italiana di telecomunicazioni. E di questo ha preso atto anche la stessa Agcom con delibera del 12 luglio scorso e pubblicata il 24 ottobre sul sito.
Anche se il commissario AgCom Antonio Nicita aveva detto subito dopo il rinnovo del Cda Telecom che la nuova governance della società di tlc non modifica gli obblighi per il gruppo francese di rispettare i limiti anti-concentrazione previsti dalla legge Gasparri sulla quota detenuta in Mediaset.