E' atteso per giovedì 5 ottobre l'incontro tra il Mef e Vivendi (EPA:VIV) per discutere della cessione di Netco, la rete di Tim (BIT:TLIT). In base a quanto si apprende da fonti di stampa, al vertice con il ministro Giorgetti, l’azienda francese sarà rappresentata direttamente dal ceo, Arnaud de Puyfontaine, e dal presidente del consiglio di sorveglianza, Yannick Bolloré.
Sul tavolo della trattativa per Netco, ballano circa 8 miliardi di euro, ovvero la distanza che c’è tra i 23 miliardi che vorrebbero offrire Mef-Kkr e il valore di 31 miliardi fissato da Vivendi per la società. Intanto, i francesi, che detengono il 24% delle quote di Tim, ieri hanno inviato una lettera al consiglio di amministrazione del gruppo telefonico per chiedere la pubblicazione dei tre pareri legali richiesti dal cda in merito alla procedura da seguire per la vendita di Netco.
Nei giorni scorsi erano emerse indiscrezioni secondo cui, almeno uno dei tre pareri escluderebbe la necessità di far valutare l’operazione a un’assemblea straordinaria, su cui Vivendi avrebbe grande potere in quanto azionista di maggioranza. Nel caso in cui le voci venissero confermate, la società di Bolloré potrebbe ricorrere a sua volta ai propri consulenti, innescando uno scontro interno che rischierebbe di allungare ulteriormente i tempi della trattativa.
Proprio ieri, infatti, il cda di Tim ha prorogato al 15 ottobre il periodo di esclusiva in favore di Kkr per la presentazione dell’offerta vincolante su NetCo. I termini della proposta sono già noti da tempo. Il Tesoro è pronto a investire al massimo 2,2 miliardi di euro per assicurarsi fino al 20% dell’infrastruttura, mentre il fondo d’investimento americano punta al restante 65%.
Tuttavia, il Mef sta attendendo ancora il via libera della Corte dei Conti e dell’Antitrust e Kkr ha bisogno di chiudere i finanziamenti che gli permetteranno finalmente di entrare in possesso della rete di Tim, Vivendi permettendo.
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