MILANO (Reuters) - Il tribunale di Milano ha deciso che l'assemblea Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) del 24 aprile non voterà la nomina dei rappresentanti del fondo attivista Elliott in cda, che verrà ricostituito interamente con il voto dei soci il 4 maggio.
E' quanto si legge nel dispositivo della sentenza inviata alle parti interessate, di cui Reuters ha preso visione.
La decisione consentirà a Vivendi (PA:VIV), primo azionista del gruppo telefonico con il 23,9% del capitale, di nominare il suo AD, Arnaud De Puyfontaine, nel cda Tim, oltre all'attuale AD Amos Genish, sostenuto anche da Elliott, e tre consiglieri indipendenti, anche se la lista del gruppo francese finisse in minoranza. Se si fosse votato il 24 aprile, De Puyfontaine e i tre consiglieri indipendenti sarebbero rimasti fuori.
Una nota Tim chiarisce che l'assemblea di domani non prevede voto sul consiglio e conferma la convocazione di maggio.
ELLIOTT FAVORITO, MA PARTITA APERTA
Il fondo Elliott sembra il favorito nella partita che si gioca a inizio maggio: detiene l'8,84% del capitale e ha l'appoggio dei proxy adviser, spesso decisivi per determinare l'orientamento dei fondi in assemblea.
In ogni caso la partita è aperta, considerato che il gruppo francese ha già dimostrato di riuscire a vincere in assemblea contro il parere dei proxy, quando ha richiesto l'integrazione del cda per l'ingresso di suoi rappresentanti a dicembre 2015.
Ago della bilancia potrebbe essere Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), entrata di recente nell'azionariato con il 4,3% dei voti. Non c'è dubbio che Cdp sia favorevole alla separazione della rete fissa, operazione sponsorizzata da Elliott, ma anche Vivendi ha piani simili sull'argomento.
Se Elliott ottenesse la maggioranza dei voti nominerebbe 10 consiglieri su un totale di 15.
Anche con Vivendi in minoranza entreranno in consiglio: Genish, De Puyfontaine e i tre indipendenti, Marella Moretti, Michele Valensise, Giuseppina Capaldo. Rimarrebbe fuori il numero tre della lista Franco Bernabè, perché non indipendente.
VITTORIA LEGALE PER VIVENDI-TIM
La decisione del Tribunale di oggi è indubbiamente una vittoria di Vivendi e Tim, che hanno promosso il ricorso.
La maggioranza dei consiglieri Tim, in particolare quelli espressione di Vivendi, aveva deciso di dimettersi e quindi di convocare una nuova assemblea il 4 maggio per far votare ai soci il rinnovo del consiglio.
Di conseguenza aveva deciso di respingere la richiesta di Elliott di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile, convocata per l'approvazione del bilancio, con la nomina di suoi rappresentanti.
Era però intervenuto il collegio sindacale sostituendosi al cda e integrando l'ordine del giorno, come richiesto dal fondo.
Poi il ricorso promosso da Tim e Vivendi per evitare il voto il 24 aprile.
Il Tribunale "dispone la sospensione dell'efficacia della delibera impugnata, adottata dal collegio sindacale di Tim il 27.3.2018, recante integrazione dell'odg dell'assemblea dei soci della SPA convocata per il 24.4.2018", si legge nel documento.
Viene sottolineata inoltre "la necessità di integrale rinnovo del cda, senza la possibilità di procedere a sostituzioni parziali interinali, come invece sostenuto dal CS" (collegio sindacale).
Non è stato possibile avere un commento da Vivendi e da Cassa Depositi e Prestiti.
(Stefano Rebaudo, Agnieszka Flak)