MILANO (Reuters) - Su Telecom Italia (MI:TLIT) non c'è piano industriale alternativo a quello presentato dal suo AD Amos Genish a cui spetta il compito, insieme a un consiglio indipendente, di valutare se e quando portare avanti le iniziative strategiche.
E' quanto afferma in una nota il fondo Elliott, che ribadisce il sostegno a Genish in vista dell'assemblea del 4 maggio sul rinnovo del consiglio di Tim e che vede contrapposte la liste di principale azionista Vivendi (PA:VIV) e quella di Elliott.
"Elliott ha cercato di offrire e idee costruttive per migliorare il piano di creazione di valore di Tim presentato da Genish il 7 marzo. Non esiste un business plan alternativo. Elliott e i suoi candidati indipendenti sostengono pienamente Genish e sono incoraggiati dal fatto che Genish si sia impegnato a rimanere in Tim per eseguire il suo piano con il pieno sostegno del Cda, indipendentemente dalla sua composizione", afferma il fondo attivista.
"Elliott ritiene che il management guidato da Genish, assieme a un board indipendente, valuterà se e quando portare avanti le iniziative strategiche, nel migliore interesse di creazione di valore per tutti gli azionisti", aggiunge
"Elliott è solo un azionista; il board e il management di Tim avranno la responsabilità di indirizzare i tempi e la strategia ottimali per la società", sottolinea ricordando di avere proposto una lista di dieci candidati indipendenti, "altamente qualificati e credibili che condividono la visione di Genish per il futuro di Tim e ne supportano pienamente il piano industriale".
Elliott appoggia inoltre l'obiettivo che Tim ottenga l'investment grade nel 2018 prima di potere distribuire un dividendo e anche sulla rete confida sulle decisioni che verranno prese del management e di un board indipendente.
Su Netco, la nuova società che nascerà dalla separazione della rete di accesso fissa, infatti, il fondo "prende atto delle dichiarazioni di Genish sulla possibilità di vendere una quota di minoranza mantenendo il controllo".
Intervistato ieri dal Sunday Telegraph, Genish ha detto che sua la posizione nel primo gruppo telefonico italiano in Italia sarebbe "insostenibile" se Elliott dovesse ottenere la maggioranza dei consiglieri con l'assemblea del 4 maggio.
Sull'intervista, e in particolare sull'ipotesi di un passo indietro di Genish nel caso in cui nell'assemblea di venerdì prossimo Elliott avesse la meglio di Vivendi, Tim in una nota diffusa ieri sera ha precisato che questa non riflette "lo scambio avvenuto tra Amos Genish e il giornale".
Tim inoltre ricorda "che Amos Genish ad oggi non ricopre il ruolo di Ad, ma di semplice amministratore dell'azienda oltre alla carica di direttore generale. Sarà il nuovo cda, successivamente all'assemblea degli azionisti del prossimo 4 maggio, a nominare il Ceo anche sulla base delle decisioni circa visione strategica e piano industriale".