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Tim, scontro Vivendi-Elliott potrebbe protrarsi a dopo l'estate

Pubblicato 14.01.2019, 17:11
Aggiornato 14.01.2019, 17:15
© Reuters. Telecom Italia logo is seen at the headquarters in Rozzano neighbourhood of Milan

MILANO (Reuters) - Vivendi (PA:VIV) intende proseguire nella battaglia per cambiare a suo favore i rapporti di forza all'interno del consiglio di Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) ed è pronto a richiedere una nuova assemblea questa estate.

La conflittualità a livello di governance rischia di rimanere elevata per buona parte dell'anno rendendo più difficile realizzare i piani a lungo termine, incluso il progetto sulla rete telefonica fissa.

Il cda Tim, che vede una maggioranza di 10 consiglieri su 15 proposti dal fondo attivista Elliott e votati dai soci il 4 maggio 2018, ha deciso oggi di fissare per il 29 marzo la data per il voto sulla richiesta di Vivendi, primo azionista con il 23,9% del capitale, di rivedere la composizione del cda.

I francesi hanno chiesto di mettere ai voti la revoca di cinque amministratori della lista Elliott - Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari (MI:RACE), Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti - e la nomina di Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri e Francesco Vatalaro.

Il gruppo francese ha reagito alla fissazione della data a fine marzo, criticando quelle che ha definito "tattiche dilatorie" dei consiglieri Tim di nomina Elliott e si è detto pronto a chiedere una nuova convocazione dei soci questa estate "se governance e risultati non miglioreranno".

In buona sostanza se l'assemblea di marzo dovesse bocciare la richiesta dei francesi di rivedere il board, è probabile che la mossa verrà riproposta dopo qualche mese.

Nel frattempo però il nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi, nominato a fine 2018 dai consiglieri espressione della lista degli investitori istituzionali promossa da Elliott, andrà avanti con il suo programma.

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Dovrebbe quindi arrivare all'adunanza dei soci con i risultati dell'anno approvati dal consiglio, il 21 febbraio, ma soprattutto con un nuovo piano industriale che dovrebbe prevedere mosse importanti per la rete telefonica fissa.

Le azioni Tim non sono lontane dai minimi storici e, negli ultimi mesi, l'unico tema che è sembrato in grado di dare qualche spinta alle quotazioni è stato lo scorporo della rete, che potrebbe liberare valore, finora inespresso nel titolo, secondo diversi analisti.

Questo è vero soprattutto se l'operazione fosse accompagnata da un'integrazione con il concorrente Open Fiber, controllata da Enel (MI:ENEI) e da Cassa Depositi e Prestiti.

Una mossa di questo tipo potrebbe risvegliare anche gli appetiti sulla rete di qualche investitore infrastrutturale.

I tempi così fissati dovrebbero quindi consentire al nuovo Ceo di arrivare alla conta dei voti di fine marzo con un piano strutturato e approvato dal cda, dando ai soci maggiori elementi per una valutazione delle proposte del gruppo francese.

(Stefano Rebaudo)

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