Investing.com – Il consiglio di amministrazione di Alitalia ha quantificato in 450 milioni di euro la”boccata d’ossigeno” necessaria alla società di trasporto aereo.
La situazione economico finanziaria di Alitalia, che vede una liquidità pari a 128 milioni nel primo semestre, ma risulta gravata da circa 1 miliardo di euro di debiti , non è certamente delle più floride.
Pur essendo chiaro che la società andrà a breve in stato di illiquidità , non è ancora chiaro come verranno inseriti i capitali necessari , se con iniezione di nuova liquidità in conto capitale oppure con la sottoscrizione di nuovo debito.
Quello che risulta invece evidente, è che l’azienda, senza l’immediata adozione di correttivi, entrerà a brevissimo in uno stato di illiquidità che potrebbe aggravare ulteriormente la sua situazione.
I mali di Alitalia provengono da lontano e neppure l’operazione CAI, per quanto incisiva, è riuscita a essere risolutiva: la compagnia è tornata governabile ma certamente non ancora profittevole.
Alitalia appare più come un ammalato cronico che con regolarità necessita di importanti interventi a sostegno per poter sopravvivere che come azienda sana.
Poco convincenti appaiono anche le dichiarazioni di interesse delle Ferrovie che sono, a loro volta un ammalato grave del sistema Italia.
Come possa, una struttura di per se già appesantita da gravi problemi di costi e di gestione come quella delle Ferrovie, correre in aiuto di Alitalia, è onestamente difficile comprendere.
L’unica concreto e credibile supporto che potrebbe giungere ad Alitalia da parte di Ferrovie, sembrerebbe essere costituito da una stretta collaborazione di interazione integrata fra i due vettori, su alcune tratte nazionali.
Il vero soggetto a cui si guarda in questo momento è, ancora una volta per le grandi aziende italiane in crisi, Cassa Depositi e Prestiti.
Da ricco e blindato salvadanaio del piccolo risparmio nazionale, l'Istituzione sembra essere stata trasformata in un comodo bancomat.
La situazione economico finanziaria di Alitalia, che vede una liquidità pari a 128 milioni nel primo semestre, ma risulta gravata da circa 1 miliardo di euro di debiti , non è certamente delle più floride.
Pur essendo chiaro che la società andrà a breve in stato di illiquidità , non è ancora chiaro come verranno inseriti i capitali necessari , se con iniezione di nuova liquidità in conto capitale oppure con la sottoscrizione di nuovo debito.
Quello che risulta invece evidente, è che l’azienda, senza l’immediata adozione di correttivi, entrerà a brevissimo in uno stato di illiquidità che potrebbe aggravare ulteriormente la sua situazione.
I mali di Alitalia provengono da lontano e neppure l’operazione CAI, per quanto incisiva, è riuscita a essere risolutiva: la compagnia è tornata governabile ma certamente non ancora profittevole.
Alitalia appare più come un ammalato cronico che con regolarità necessita di importanti interventi a sostegno per poter sopravvivere che come azienda sana.
Poco convincenti appaiono anche le dichiarazioni di interesse delle Ferrovie che sono, a loro volta un ammalato grave del sistema Italia.
Come possa, una struttura di per se già appesantita da gravi problemi di costi e di gestione come quella delle Ferrovie, correre in aiuto di Alitalia, è onestamente difficile comprendere.
L’unica concreto e credibile supporto che potrebbe giungere ad Alitalia da parte di Ferrovie, sembrerebbe essere costituito da una stretta collaborazione di interazione integrata fra i due vettori, su alcune tratte nazionali.
Il vero soggetto a cui si guarda in questo momento è, ancora una volta per le grandi aziende italiane in crisi, Cassa Depositi e Prestiti.
Da ricco e blindato salvadanaio del piccolo risparmio nazionale, l'Istituzione sembra essere stata trasformata in un comodo bancomat.