di Crispian Balmer
ROMA (Reuters) - Lui la descrive come donna fantastica e capace di travolgere tutto ciò che affronta in Europa. Lei lo elogia come forte e attento difensore dell'Occidente. Donald Trump e Giorgia Meloni stanno rapidamente forgiando una nuova "relazione speciale" transatlantica.
La premier è stata l'unico leader europeo presente all'insediamento presidenziale di Trump lunedì, un onore che è arrivato appena due settimane dopo essere volata in Florida per incontrarlo nella sua dimora di Mar-a-Lago e che la proietta in prima linea come nuovo punto di riferimento di Washington in Europa.
"Trump l'ha scelta per la credibilità, l'affidabilità e la stabilità del nostro governo come interlocutore privilegiato nell'Unione europea", ha detto a Reuters il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, che milita nello stesso partito della Meloni, Fratelli d'Italia.
"E' una cosa utile per l'Italia e sarà utile anche per l'Ue", ha aggiunto.
In teoria, la Meloni ha molto da guadagnare dall'essere in buoni rapporti con Trump. L'Italia, membro della Nato, ha un grande surplus commerciale con gli Stati Uniti e un budget per la difesa ridotto, fattori che pongono la premier in rotta di collisione con la nuova amministrazione, a meno che non riesca a far leva sui propri legami con il presidente per tenere lontana questa questione.
Tuttavia, legarsi troppo strettamente al leader statunitense comporta anche potenziali pericoli. Meloni ha lavorato duramente per convincere Bruxelles di essere un partner affidabile e potrebbe minare la sua posizione se promuovesse palesemente gli interessi italiani a spese del resto del blocco di 27 Paesi.
"Meloni si trova in realtà in una posizione molto scomoda", ha detto Francesco Galietti, fondatore di Policy Sonar.
"Spera che essere avere l'attenzione di Trump si riveli prezioso, ma rischia di isolarsi in Europa, mentre non ha alcuna garanzia di poter mettere l'Italia al riparo dai dazi americani o dalle ritorsioni per la scarsa spesa per la difesa", ha aggiunto.
In meno di 10 anni, Meloni è passata da leader di un partito ultranazionalista emarginato a capo di uno dei governi più stabili nella storia dell'Italia dal dopoguerra, creando un ponte tra le fazioni di estrema destra e conservatrici in Europa.
L'elezione di Trump, alleato naturale per ideologia, le ha dato l'opportunità di svolgere un ruolo simile su un palcoscenico molto più grande, su uno scenario che ha visto emergere di potenti relazioni personali tra leader come Margaret Thatcher e Ronald Reagan negli anni '80, che hanno cementato quella che viene ampiamente definita come la "relazione speciale" tra Gran Bretagna e America.
"L'Italia sarà sempre impegnata a consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, come pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità", ha detto Meloni in una dichiarazione dopo aver applaudito il giuramento di Trump.
Nonostante l'allontanamento della Meloni dalle sue radici di estrema destra, alcuni analisti a Roma che ne hanno seguito la fulminea ascesa ritengono che i suoi radicati istinti euroscettici prevarranno.
"Pensare che farà le cose nell'interesse dell'Europa e che sarà la persona capace di sussurrare all'orecchio di Trump è del tutto ingenuo", ha detto Nathalie Tocci, direttrice del think tank Istituto Affari Internazionali (Iai).
"Sceglierà sempre istintivamente gli interessi nazionali piuttosto che quelli europei", ha aggiunto.
TRUMP: MELONI È UNA DONNA FANTASTICA
Trump e Meloni si sono sperticati in complimenti da quando il presidente statunitense si è assicurato il ritorno alla Casa Bianca.
"È molto emozionante. Sono qui con una donna fantastica", ha detto Trump durante la visita della premier a Mar-a-Lago questo mese. "Ha davvero conquistato l'Europa".
Meloni, da parte sua, ha insistito sul fatto che il presidente degli Stati Uniti difenderà gli interessi occidentali e ha detto che le sue capacità geopolitiche potrebbero spingere il leader russo Vladimir Putin al tavolo dei negoziati per risolvere il conflitto in Ucraina.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)