ROMA (Reuters) -E' morto Roberto Maroni, ex segretario della Lega, ministro dell'Interno e del Welfare durante i governi Berlusconi. Aveva 67 anni.
Ne ha dato notizia la famiglia: "Questa notte alle 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciato. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto 'bene'. Eri così Bobo, un inguaribile ottimista".
Fra i messaggi di cordoglio arrivati dal mondo della politica, quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in una nota si è detta "profondamente colpita dalla notizia" e ha definito Maroni "un amico, un politico intelligente e capace, un uomo che ha servito le Istituzioni con buonsenso e concretezza".
A commentare per primo questa mattina è stato il segretario della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che in un messaggio su Instagram ha scritto: "Grande segretario, super ministro, ottimo governatore, leghista sempre e per sempre. Buon vento Roberto".
Guido Crosetto, ministro della Difesa, lo ricorda come "un uomo che ha portato buonsenso, concretezza e moderazione nelle Istituzioni" e il ministro degli Esteri Antonio Tajani menziona il ruolo da protagonista della politica italiana dell'ex governatore della Lombardia.
In una delle ultime interviste, al Corriere della Sera, Maroni - malato da tempo - suggeriva la necessità di un congresso straordinario della Lega per eleggere alla guida del Carroccio "un moderato, competente e con grande passione. E poi deve stare alla larga da ogni cerchio magico e ascoltare di più i veri militanti".
Maroni, che in gioventù aveva aderito al partito comunista Democrazia Proletaria, nel 1979 conobbe Umberto Bossi e fu fra gli aderenti alla Lega Lombarda nel 1982.
Nel 1989 fu fra i fondatori della Lega Nord, partito con il quale entrò in parlamento nel 1992 da cui, dopo i suoi incarichi ministeriali in tutti e quattro i governi Berlusconi, sarebbe uscito solo nel 2013 per guidare la Regione Lombardia.
Salvini ha annunciato che i funerali si terranno venerdì a Varese.
(Stefano Bernabei, Emilio Parodi editing Claudia Cristoferi, Francesca Piscioneri)