Groenlandia, indipendenza possibile, improbabile adesione a Usa - Danimarca

Pubblicato 08.01.2025, 18:51
Aggiornato 08.01.2025, 18:54
© Reuters. Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump fa delle osservazioni a Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida, Stati Uniti, 7 gennaio 2025. REUTERS/Carlos Barria

COPENHAGEN (Reuters) - La Groenlandia può diventare indipendente se i suoi abitanti lo desiderano, ma è improbabile che diventi parte degli Stati Uniti, ha detto il ministro degli Esteri danese dopo che il presidente eletto Donald Trump ha rifiutato di escludere l'uso della forza per prendere il controllo dell'isola artica.

Il leader della Groenlandia ha incontrato oggi il re danese a Copenaghen, dopo che ieri le dichiarazioni di Trump avevano spinto sulle prime pagine dei giornali l'isola controllata dalla Danimarca, ricca di minerali.

Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, ha detto ieri che non esclude di ricorrere a misure militari o economiche per rendere la Groenlandia parte degli Stati Uniti. Lo stesso giorno, il figlio maggiore di Trump, Donald Trump Jr, si è recato in visita privata sul posto.

La Groenlandia, che fa parte della Nato grazie all'adesione della Danimarca, ha un'importanza strategica per l'esercito statunitense e per il sistema di allarme balistico del Paese, dato che la via più breve dall'Europa al Nord America passa per l'isola artica.

Trump ha detto di voler adottare una politica estera più aggressiva che prescinda dalle tradizionali formalità diplomatiche.

La Groenlandia, l'isola più grande del mondo, fa parte della Danimarca da 600 anni, anche se i suoi 57.000 abitanti hanno un governo autonomo. L'attuale amministrazione, guidata dal premier Mute Egede, punta all'indipendenza.

"Riconosciamo pienamente che la Groenlandia ha le sue ambizioni. Se si concretizzeranno, la Groenlandia diventerà indipendente, anche se difficilmente con l'ambizione di diventare parte degli Stati Uniti", ha detto il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen.

Rasmussen ha detto ai giornalisti che le accresciute preoccupazioni degli Stati Uniti in materia di sicurezza nell'Artico sono legittime a seguito dell'intensificarsi delle attività russe e cinesi nella regione.

"Non credo che ci troviamo in una crisi di politica estera", ha detto. "Siamo aperti a un dialogo con gli Stati Uniti su come cooperare ancora più strettamente di quanto facciamo per garantire che le ambizioni del Paese siano soddisfatte".

Tuttavia, sebbene la stessa Danimarca abbia minimizzato la gravità della minaccia di Trump al proprio territorio, l'ambizione apertamente dichiarata del presidente eletto di espandere i confini degli Stati Uniti ha scosso gli alleati europei a meno di due settimane dal suo insediamento.

© Reuters. Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump fa delle osservazioni a Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida, Stati Uniti, 7 gennaio 2025. REUTERS/Carlos Barria

Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha dichiarato che l'Europa non permetterà ad altre nazioni di attaccare i propri confini sovrani, anche se non crede che gli Stati Uniti invaderanno.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso sorpresa per i commenti di Trump sulla Groenlandia e sul Canada, sottolineando che i partner europei sostengono unanimemente l'inviolabilità dei confini come pietra miliare del diritto internazionale.

(Tradotto da Claudio Leonel Piacquadio, editing Claudia Cristoferi)

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