Investing.com – ILVA … è senza ombra di dubbio l’argomento del giorno sul fronte interno, la vicenda sulla quale il governo ha finora mantenuto un comportamento di basso profilo, ora dopo gli ultimi interventi della magistratura la vicenda è esplosa in tutta la sua drammaticità.
Le decisioni della procura infatti impongono l’immediato sequestro dei prodotti lavorati e semilavorati e, di fatto, impongono quindi anche la chiusura dello stabilimento; l’azienda non può più neppure vendere i suoi prodotti. Il risultato diretto di questa decisione è ovviamente di proporzioni devastanti e non solo per i lavoratori -5000- impiegati a Taranto, ma anche per tutti quelli dell’indotto che si stima possano essere oltre 50000.
Confindustria ha lanciato a sua volta un forte messaggio d’allarme che indica gravi implicazioni economiche sia per l’intero settore siderurgico che per l’economia nazionale.
Il governo, per voce del ministro Clini assicura un intervento risolutivo per Giovedì, giorno per il quale ha fissato un incontro con gli enti locali ed i sindacati prefigurando la possibilità dell'emanazione di un decreto legge che inibisca il sequestro e consenta all'azienda di riprendere la sua attività in attesa di recepire pienamente l'AIA -autorizzazione integrata ambientale - che permetterebbe di porre in essere tutti i necessari miglioramenti agli impianti di produzione al fine di abbattere gli inquinanti.
Nel contempo gli operai sono scesi in piazza sia a Taranto che a Genova dimostrando vivacemente ed occupando sia gli uffici direzionali a Taranto che il casello autostradale di Genova Ovest.
La magistratura, dal canto suo, procede con le indagini ed annuncia nuovi ed importanti risvolti dell’inchiesta con il coinvolgimento del Sindaco di Taranto indagato per omissione d’atti d’ufficio e di un ispettore della Digos locale accusato di rivelazione del segreto d’ufficio.
Le decisioni della procura infatti impongono l’immediato sequestro dei prodotti lavorati e semilavorati e, di fatto, impongono quindi anche la chiusura dello stabilimento; l’azienda non può più neppure vendere i suoi prodotti. Il risultato diretto di questa decisione è ovviamente di proporzioni devastanti e non solo per i lavoratori -5000- impiegati a Taranto, ma anche per tutti quelli dell’indotto che si stima possano essere oltre 50000.
Confindustria ha lanciato a sua volta un forte messaggio d’allarme che indica gravi implicazioni economiche sia per l’intero settore siderurgico che per l’economia nazionale.
Il governo, per voce del ministro Clini assicura un intervento risolutivo per Giovedì, giorno per il quale ha fissato un incontro con gli enti locali ed i sindacati prefigurando la possibilità dell'emanazione di un decreto legge che inibisca il sequestro e consenta all'azienda di riprendere la sua attività in attesa di recepire pienamente l'AIA -autorizzazione integrata ambientale - che permetterebbe di porre in essere tutti i necessari miglioramenti agli impianti di produzione al fine di abbattere gli inquinanti.
Nel contempo gli operai sono scesi in piazza sia a Taranto che a Genova dimostrando vivacemente ed occupando sia gli uffici direzionali a Taranto che il casello autostradale di Genova Ovest.
La magistratura, dal canto suo, procede con le indagini ed annuncia nuovi ed importanti risvolti dell’inchiesta con il coinvolgimento del Sindaco di Taranto indagato per omissione d’atti d’ufficio e di un ispettore della Digos locale accusato di rivelazione del segreto d’ufficio.