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Pil acronimo più usato dai governatori, mai da Fazio - studio Bankitalia

Pubblicato 23.12.2020, 15:16
© Reuters. Logo di Banca D'Italia a Roma
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ROMA (Reuters) - Nel 1986 per la prima volta l'acronimo "Pil", le tre lettere con cui si abbrevia il termine prodotto interno lordo, entra nelle considerazioni finali di un governatore della Banca d'Italia, ma non verrà mai usato nei 13 anni di reggenza di Antonio Fazio.

Questa e molte altre originali analisi del linguaggio e della struttura delle considerazioni finali - la relazione molto attesa che ogni anno il numero uno di Banca d'Italia enuncia davanti all'assemblea dei partecipanti - sono state pubblicate in uno studio della serie Questioni di Economia e Finanza, "Così parlavano i Governatori della Banca d'Italia" di Valerio Astuti, Riccardo De Bonis, Sergio Marroni e Alessandro Vinci che analizza "il corpus linguistico delle Considerazioni finali".

Il lavoro esamina le Considerazioni dal 1946 al 2018, 73 documenti che raccontano l'Italia dal secondo dopoguerra, al miracolo economico, all'esplosione del debito negli anni '80, alle più recenti crisi finanziaria e dei debiti sovrani.

Sono otto i governatori in questo periodo che si sono succeduti alla guida di via Nazionale: Luigi Einaudi, Donato Menichella, Guido Carli, Paolo Baffi, Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Fazio, Mario Draghi, Ignazio Visco.

La lunghezza delle Considerazioni Finali (CF, come le chiamano in Bankitalia) è stata molto variabile e quella media più bassa è stata durante il periodo di Draghi, con 6.832 parole contro una media generale di 11.687.

Cambiano molto, come è ovvio, anche i temi centrali affrontati nel corso degli anni.

"Il tema più ricorrente in Einaudi e Menichella è quello dei prezzi. In Italia l'inflazione supera il 60% all'inizio del 1947", si legge nella pubblicazione.

Negli anni '60, "mercato è la parola con maggiori ricorrenze, mentre negli anni Cinquanta è solo al quinto posto". A capo di Bankitalia c'è Carli che si concentra soprattutto sui mercati finanziari sia per le difficoltà dell'autofinanziamento delle imprese, che le costringe ad aumentare il ricorso a fonti esterne sia per il cattivo andamento della Borsa dopo la nazionalizzazione dell' Enel (MI:ENEI) nel 1963.

"La parola liquidità è tra le più ricorrenti nel decennio".

Nel decennio successivo, quello del primo shock petrolifero, "sono naturalmente più frequenti i termini inflazione e prezzi. In particolare, inflazione raggiunge le frequenze più elevate".

Con Baffi si aumenta l'informazione sull'attività di via Nazionale e "la parola vigilanza, che Menichella e Carli avevano usato molto raramente, appare con 12 ricorrenze già nelle prime CF di Baffi, relative al 1975, per poi toccare un massimo di 19 ricorrenze nel 1978".

Il secondo shock petrolifero e il divorzio Bankitalia-Tesoro caratterizzano gli anni '80, con Ciampi governatore.

Nelle sue CF è crescente la denuncia dei pericoli dei crescenti disavanzi pubblici: nel decennio il rapporto debito/Pil lordo aumenta di 40 punti percentuali. "Nelle CF sul 1983 Ciampi arriva a usare 15 volte l'espressione debito pubblico".

Ma Ciampi parla anche molto -- siamo nel 1991 cioè due anni prima dell'approvazione del Testo Unico Bancario -- di concorrenza. Usa questa parola "21 volte, il valore più alto della serie storica, eguagliato solo, in termini di frequenza relativa, dalle CF sul 2005, le prime lette da Draghi".

Si arriva agli anni '90. La parola globalizzazione appare per la prima volta nelle CF sul 1996 e "i riferimenti al cambio della lira, legati alle difficoltà del 1992 e del 1994-1995, sono frequenti". Con il boom della new economy del 1995-2000 "le frequenze relative della parola Borsa sono le più alte della serie storica delle CF".

Con l'inizio del nuovo millennio "le preoccupazioni espresse nelle CF sono confermate dall'aumento dell'uso delle parole Paese e Italia" e crescono anche i riferimenti alla povertà, tema tralasciato nei 15 anni precedenti.

Le Considerazioni finali più recenti sono quelle degli anni difficili che ancora stiamo vivendo. "Le parole crisi e rischio raggiungono frequenze mai osservate in passato" e per la prima volta la locuzione crediti deteriorati appare tra le prime dieci usate. Compaiono locuzioni nuove, mai usate in passato dai Governatori, come tutela della clientela/dei clienti ed educazione finanziaria.

Il racconto di questo pezzo di storia d'Italia attraverso l'esame delle CF emerge anche nel capitolo dedicato all'analisi linguistica, con l'utilizzo di parole ormai di uso esclusivamente letterario, come 'uopo' che è frequente nelle CF fino a Carli per poi scomparire dopo il 1977.

Come avverte Tullio De Mauro (2014), 'il limite per una buona leggibilità è di 20, al massimo 25 parole per frase' scrivono gli autori nell'introdurre il tema della leggibilità delle CF. "Le più difficili sono quelle presentate negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta".

Si arriva poi all'analisi degli acronimi, che Einaudi, unico, non ha mai utilizzato e che al contrario erano molto frequenti nelle CF di Ciampi.

"Se in Menichella la Cassa Depositi e Prestiti è anche Cassa DD.PP. (o DD. e PP.), in Carli la formulazione abbreviata si ritrova una sola volta".

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(Stefano Bernabei, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)

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