di Massimo Gaia e Antonella Cinelli
MILANO(Reuters) - L'Italia scivola in recessione per la terza volta dal 2008 e ora si teme che l'intero 2014 chiuda con il segno meno mettendo in ulteriore tensione i conti pubblici e il governo di Matteo Renzi.
Secondo i dati preliminari di Istat, nel secondo trimestre del 2014 il Pil è diminuito dello 0,2% in termini congiunturali - toccando a livello nominale il punto minimo degli ultimi 14 anni - dal calo dello 0,1% dei primi tre mesi dell'anno.
La mediana delle stime raccolte da Reuters fra gli analisti indicava un aumento dello 0,2%.
La diffusione del dato ha fatto di Piazza Affari il peggiore dei listini europei, con l'indice Ftse Mib che ha chiuso in calo del 2,7% ai minimi dal 6 febbraio, mentre la forbice Btp/Bund sul tratto decennale si è aperta oltre 170 punti base per la prima volta dall'11 luglio.
La variazione del Pil acquisita per il 2014 è ora pari a -0,3% contro la crescita dello 0,8% prevista ad aprile dal Tesoro in parallelo con un deficit/pil al 2,6%.
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha detto che, nonostante l'andamento dell'economia peggiore delle stime, il disavanzo resterà sotto il tetto Ue del 3% senza manovre aggiuntive.
"Dietro l'angolo non c'è una manovra. Il governo osserva attentamente la finanza pubblica e con un controllo attento delle spese la manovra non c'è", ha detto Padoan in un'intervista al Tg2.
Dalla recessione si "esce continuando con la strategia del governo, riforme strutturali, semplificazioni e aumento della competitività".
"I dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d'ufficio", dice il premier in una lettera ai parlamentari della maggioranza, in cui incita ad andare avanti sulle riforme "senza incertezze, senza paure, senza frenate" e ribadisce la volontà di procedere come previsto sulla spending review: "Ci siamo dati obiettivi che manterremo".
Renzi, che ha puntato sia a livello interno che europeo sulla necessità di rilanciare la crescita, risulta, comunque, politicamente indebolito.
Criticato dalle associazioni dei commercianti per la sostanziale inutilità del bonus di 80 euro, impegnato nella snervante maratona delle riforme istituzionali, il premier è in difficoltà come non mai da quando è arrivato a Palazzo Chigi a fine febbraio.
La battaglia europea per spostare il focus dell'Unione dall'austerità alla crescita sembra al momento non produrre i risultati auspicati. Il governo italiano, di fatto, continua a rimbalzare contro il muro tedesco. Berlino è convinta che un allargamento dei cordoni della spesa porterebbe solo ad un aumento del già enorme debito italiano - quarto al mondo - senza benefici per la crescita.
Simon O'Connor, portavoce del commissario Ue alle Politiche Economiche, ha ricordato oggi a Bruxelles che a giugno il Consiglio Ue ha raccomandato che Roma "si attenga strettamente alla sua legge di bilancio", raccomandazione che "resta valida".
O'Connor ha richiamato le parole di Padoan sulla necessità di accelerare le riforme.
"Non possiamo che essere d'accordo e sperare che l'Italia, attraverso le riforme strutturali adottate e in fase di realizzazione, consegua le condizioni per una ripresa stabile e per creare occupazione".
SALE ATTESA PER CONFERENZA STAMPA DRAGHI
Così, sotto la spada di Damocle dei parametri di bilancio, Renzi e Padoan [nL6N0QC20I] hanno pochissimo spazio di manovra per cercare di invertire il senso di marcia di un paese sempre più stanco e sfiduciato.
L'economia italiana decresce dal terzo trimestre 2011, con l'unica eccezione del quarto trimestre 2013.
Nel secondo trimestre di quest'anno il Pil è sceso su base annua dello 0,3% (undicesimo calo tendenziale consecutivo) rispetto al -0,4% del trimestre precedente, rivisto da -0,5%.
Istat sottolinea che, "dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo".
Recentemente, Fmi e Bankitalia hanno rivisto al ribasso le stime sul Pil per il 2014 rispettivamente a 0,3% e 0,2%.
Il mese scorso anche Renzi aveva annunciato che sarebbe stato "molto difficile" centrare il target di 0,8%.
Alla luce dei primi due trimestri le stime del governo appaiono del tutto irrealistiche e fra gli economisti c'è chi indica una decrescita anche per il 2014 dopo il -1,9% del 2013 [nL6N0QB3U8].
Una nota positiva viene dalla produzione industriale che in giugno ha messo a segno un aumento dello 0,9% su mese, contro un +0,7% atteso dagli analisti. Si tratta del valore più alto dallo scorso gennaio.
Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, "ora gli investitori, che sin dalla fine del 2013 erano tornati positivi sul nostro paese, iniziano a nutrire seri dubbi sulle possibilità di ripresa dell'economia. Ma anche nel resto d'Europa non sono in una situazione molto migliore della nostra".
Gli occhi sono puntati sulla conferenza stampa del presidente della Banca centrale europea di giovedì.
"Interessanti saranno i commenti ai dati odierni che potrebbero arrivare da Mario Draghi domani. Il mercato punta a velocizzare i tempi per l'attivazione del quantitative easing. Così come concepito dalla Bce, il timing, però, dipenderà dall'esito delle aste Tltro. Insomma, gli investitori sembrano temere che il piano di azione studiato a Francoforte possa richiedere troppo tempo e non riuscirà a tamponare un'altra frenata dell'economia della zona euro".
- ha contribuito Roberto Landucci
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