Un tribunale russo ha giudicato il reporter statunitense Evan Gershkovich colpevole di spionaggio e lo ha condannato a 16 anni da scontare in una colonia penale di massima sicurezza, in un caso che il suo datore di lavoro, il Wall Street Journal, ha definito "una condanna vergognosa".
Gershkovich, un americano di 32 anni che ha detto che le accuse contro di lui sono false, è stato processato il mese scorso nella città di Ekaterinburg. È il primo giornalista statunitense arrestato con l'accusa di spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda.
Il video dell'udienza, diffuso dal tribunale, mostra Gershkovich in una cella di vetro che ascolta il verdetto in un rapido linguaggio legale per quasi quattro minuti.
Alla domanda del giudice se avesse domande, ha risposto "No" in russo.
Il giudice Andrei Mineyev ha detto che il tempo che Gershkovich ha già scontato dal suo arresto, avvenuto quasi 16 mesi fa, sarà conteggiato nella condanna a 16 anni. Ha inoltre ordinato di distruggere il telefono cellulare e il taccuino del giornalista. La difesa ha 15 giorni per presentare appello.
Nessun commento al momento da Casa Bianca e Dipartimento di Stato.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Sabina Suzzi)