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3 sviluppi che influiranno sul mercato del greggio all’inizio del 2019

Pubblicato 13.12.2018, 12:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 13.12.2018

Mancano ancora poche settimane alla fine del 2018 ma, con le aziende che chiudono per la fine dell’anno, gli occhi ora sono tutti puntati sul 2019. Ecco tre questioni che influiranno sui prezzi del greggio nei primi mesi dell’anno nuovo.

Oil Weekly TTM

1. La produzione di OPEC e Russia

La scorsa settimana, i produttori OPEC e i loro partner non-OPEC hanno deciso di ridurre leggermente la produzione di greggio, di 1,2 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli di ottobre. Ciò si traduce in un grosso taglio per l’Arabia Saudita, che in realtà ha prodotto 350.000 barili al giorno in più a novembre rispetto ad ottobre. L’Iran sarà in grado di tenere la produzione a livelli stabili, ammesso che ci riesca visto che la sua produzione in realtà è scesa di 31.000 barili al giorno a novembre.

Se i fornitori petroliferi dell’OPEC dovessero accettare l’accordo, il che è improbabile, la produzione totale dell’OPEC dovrebbe ammontare a 32,214 milioni di barili al giorno a gennaio, equivalentie ad un taglio di soli 866.000 barili al giorno rispetto alla produzione di novembre. Dopo che l’OPEC ha annunciato questo accordo sui tagli, i prezzi del greggio sono rimbalzati lievemente prima di attestarsi in calo sulla giornata, un chiaro segnale del fatto che queste riduzioni (persino se combinate con il contributo di altri 400.000 barili al giorno in meno da parte dei produttori dell’OPEC+) non sono abbastanza per incoraggiare uno slancio rialzista dei prezzi. Questo taglio sarà abbastanza da mantenere i prezzi stabili nel 2019? Senza un taglio della produzione da parte di altri, sembra improbabile.

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2. Le sanzioni iraniane

Gli Stati Uniti hanno concesso le cosiddette SRE (esenzioni per riduzione significativa) ad otto importatori di greggio iraniano a novembre. Queste esenzioni subiranno una revisione ad aprile e la domanda che tutti si pongono è se saranno rinnovate, ridotte o revocate del tutto. Le esenzioni rappresentano un minimo di 850.000 barili al giorno di scorte di greggio. Non è una quantità enorme, considerato che il settore petrolifero globale produce circa 100 milioni di barili al giorno di greggio. Tuttavia, per il mercato petrolifero odierno, è una quantità abbastanza significativa da influire sui prezzi.

L’OPEC e l’OPEC+ si incontreranno di nuovo ad aprile per valutare i loro tagli alla produzione, in parte per via del fatto che gli Stati Uniti rivedranno le esenzioni nello stesso periodo. Un segnale dell’eventualità che gli Stati Uniti potrebbero estendere le esenzioni oltre aprile potrebbe trovarsi nella prossima revisione dei 45 giorni di esenzioni concessi all’Iraq per importare gas naturale iraniano.

Il gas naturale iraniano è responsabile del 50% della fornitura elettrica irachena. Nel corso della visita dell’11 dicembre, il Segretario per l’Energia USA Rick Perry ha invitato l’Iraq a sviluppare altre fonti di energia e a diversificare le fonti di gas naturale. Non ha promesso alcun finanziamento statunitense per aiutare l’Iraq a compiere questo sforzo, ma incoraggerà le compagnie statunitensi ad investire sull’infrastruttura energetica irachena.

L’Iraq intende inviare una delegazione negli Stati Uniti per tentare di chiedere una proroga delle esenzioni. La decisione ufficiale su questa esenzione per il gas naturale indicherà come gli Stati Uniti intendono comportarsi ad aprile con le esenzioni sul greggio già concesse. Un’eliminazione delle SRE ad aprile farebbe salire i prezzi del greggio se l’OPEC e la Russia non dovessero decidere di ridimensionare i loro tagli.

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3. La produzione petrolifera USA

L’America adesso è il principale produttore petrolifero mondiale. I recenti dati dell’EIA rivelano che gli Stati Uniti hanno registrato un nuovo record a settembre, producendo 11,5 milioni di barili al giorno. Questo andamento è continuato a novembre, con l’EIA che ha stimato 11,5 milioni di barili al giorno.

La scorsa settimana, inoltre, gli Stati Uniti sono stati tecnicamente un esportatore netto di greggio e carburante, anche se questa settimana il trend si è invertito. Per quanto riguarda il 2019, l’EIA prevede che la produzione statunitense registri in media 12,1 milioni di barili al giorno. Sulla crescita della produzione potrebbero pesare negativamente lo scontro commerciale in corso, l’aumento dei tassi di interesse e i limiti delle infrastrutture.

Tuttavia, ci sono indicazioni che almeno un importatore cinese riprenderà gli acquisti di greggio USA a partire da marzo. Altre voci indicano che nel 2019 la Federal Reserve non alzerà i tassi di interesse in modo così aggressivo come ha fatto quest’anno. Meno aumenti dei tassi di interesse contribuirebbero a far continuare gli investimenti sulle compagnie di petrolio di scisto nel 2019.

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