Da tempo gli investitori aspettavano il balzo di Alibaba (NYSE:BABA). Il titolo ha guadagnato oltre il 60% tra luglio e ottobre, passando da 72 a 117 dollari per azione. Tuttavia, dopo l’euforia sono presto tornate le vendite e il colosso dell’e-commerce rischia di perdere il 10% in due sedute, se il calo in premarket del 9 ottobre venisse confermato.
Lo stop ha subito fatto scattare il campanello d’allarme, visto l’andamento a cui il titolo ci ha abituato in passato. Negli ultimi anni, infatti, i solidi fondamentali non hanno evitato all’azienda cinese di scambiare (ancora oggi) a circa 2 terzi in meno rispetto ai 300 dollari toccati nel 2020.
Fonte: Investing.com – Dati al 9 ottobre 2024
In una fase ribassista lunga anni sono molti gli investitori che, preoccupati dalla crescita anemica della Cina, hanno perso la speranza anche in Alibaba, vendendo prima dell’ultimo rialzo.
D’altra parte, chi ci ha visto lungo, di nuovo, è Michael Burry che 16 anni dopo il crollo di Lehman Brothers ha vinto un’altra grande scommessa, puntando sulla Cina proprio prima dell’ultimo grande balzo.
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Fatto sta che per tutti gli altri investitori, BABA, un po’ come l’azionario cinese in generale, continua a rappresentare un grattacapo.
Dopo il rally, la caduta dell’azionario cinese
Le sorti dell’azienda di vendite al dettaglio sono strettamente legate a quelle del proprio Paese.
Ad alimentare il rally di fine settembre sono stati proprio gli stimoli della PBOC, con i mercati che hanno apprezzato la volontà della Cina di inondare l’economia di liquidità.
Viceversa, dopo che l’ultima conferenza stampa tenuta dal governo non ha convinto gli analisti, il titolo è caduto. Le vendite hanno coinvolto tutto l’Hang Seng che dopo le precedenti performance eccellenti martedì è crollato del 9,46%.
Il fatto è che per reggere un Bazooka di tali dimensioni servono misure fiscali strutturali. Da Pechino, invece, si sono limitati a esprimere fiducia nel rilancio della Cina, deludendo gli investitori.
Pechino pronta a correggere il tiro, basterà?
I prossimi giorni saranno decisivi. Secondo Morgan Stanley (NYSE:MS) il ministero delle finanze dovrebbe presto correggere il tiro, organizzando un’altra conferenza per illustrare in maniera approfondita il piano di sviluppo economico della Repubblica Popolare. Se tuttavia ciò non dovesse accadere, il rischio di un ulteriore e persino peggiore capitombolo dell’azionario cinese diventerebbe concreto.
Ad entrare a gamba tesa sul Paese ci ha pensato anche la Banca Mondiale secondo cui, in assenza di riforme adeguate, l’ultima manovra avrà solo un effetto temporaneo e la crescita del Dragone potrebbe scendere al 4,3% nel 2025.
“A breve termine – spiega Mark Dowding, Fixed Income cio, RBC BlueBay AM -, la combinazione di misure di allentamento monetario e fiscale ha contribuito a dare la sensazione che Pechino voglia tracciare una linea nella sabbia e si impegni ad allentare la politica fiscale e a fare "tutto il necessario" per sostenere l'attività economica”. Tuttavia, prosegue l’esperto, “in una prospettiva a medio-lungo termine, vorremmo avvertire che, a meno che la politica fiscale non riesca a rilanciare i consumi, una spinta politica che cerchi di stimolare le esportazioni potrebbe presto iniziare a esaurirsi”.
Insomma, dopo le belle parole, ora servono i fatti. E lo stesso vale per Alibaba.
Fair Value e Target Price di BABA
I fondamentali per crescere non mancano. In base al Fair Value di InvestingPro il titolo è ancora nettamente sottovalutato e presenta un potenziale di rialzo pari al 64,4% rispetto ai 109,68 dollari della chiusura dell’8 ottobre.
Fair Value e Target Price di BABA al 9 ottobre 2024
Decisamente più scettici, invece, i 44 analisti intervistati da InvestingPro, che si aspettano un rialzo più modesto nei prossimi mesi, fissando in media il target price a 113,92 dollari per azione, ovvero solo il 3,6% in più rispetto al prezzo attuale.
Macquire, Hsbc e GS puntano sul titolo
Tuttavia, va sottolineato che alcuni importanti broker negli ultimi giorni hanno deciso di puntare sul titolo. Gli analisti di Macquire si attendono ulteriori interventi economici nel 2025 da parte di Pechino che potrebbero favorire proprio i titoli dell’e-commerce. Alibaba, nemmeno a dirlo, è il principale tra questi e Macquire ha alzato il rating da “neutrale” a “outperform” con un target price di 145 dollari dai precedenti 79,70 dollari. Anche secondo Hsbc e Goldman Sachs (NYSE:GS) Alibaba è destinato a salire ed entrambe le banche d’affari ora fissano il prezzo obiettivo delle azioni a 134 dollari.
Bisognerà aspettare ancora un mese per gli utili
In attesa che la Cina parli chiaro sulla manovra fiscale, il prossimo appuntamento per BABA è fissato il 14 novembre, quando verranno rivelati i conti dell’ultimo trimestre. In un contesto macroeconomico incerto non sarà facile per l’azienda rispettare le aspettative del mercato.
Le stime, infatti, danno un fatturato a 33,916 miliardi di dollari, in crescita del 9,4% anno su anno. Atteso in calo, invece, l’utile per azione, con il consensus che prevede eps pari a 2,10 dollari contro i 2,29 dollari del trimestre precedente.
Insomma, il discorso è sempre lo stesso: la volontà non manca, con il massiccio riacquisto di azioni messo in atto e l'introduzione del dividendo nel 2024, e i fondamentali neppure, grazie a un free cash flow sufficiente a coprire le spese. Ma ora servono i fatti.
Nel mentre c’è da scommettere che la volatilità non mancherà e magari gli investitori potranno approfittare di qualche altra interessante opportunità di ingresso.
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