IL FTSE MIB chiude la settimana dal 14/05 al 18/05 con un -2,9% e, dopo giorni di grazia dalle elezioni, per Btp e Piazza Affari, il mercato attendeista sembra aver tirato le somme.
Sembra che il sentiment degli investitori sia cambiato e che si sia dato il via alla fine del flusso di acquisti sull'azionario italiano o comunque a manovre di prese di beneficio.
Facendo un resoconto della situazione le prime a soffrire ,causa allegerimento sul nostro indice sono state le utility ,per le quali erano gia scattate le vendite per l'innalzamento dei costi del debito finanziario, complice a nostro vedere anche la scia Usa con il proclamare dell'innalzamento dei tassi d'interesse , e le banche, vittime del deprezzamento dei titoli di stato contenuti in portafoglio.
La componenete maggiore del Mib consta di società che appartengono a tali segmenti , utility e finanziario , và da se quindi considerare che l'andamento di aziende appartenenti a tali settori determini poi l'andamento del benchamark di riferimento.
Altra nota negativa riguarda anche il crescere dei cosidetti credits default swap (CDS) nei confronti del debito del nostro paese.
D'altro canto, nonostante il nervosismo oggettivo sui mercati finanziari del nostro paese, c'è da considerare anche le buone trimestrali di società importanti del nostro primo listino.
Un aumento medio dell'EBITDA del 5% è quello che viene fuori da questi primi tre mesi del 2018. Malgrado il forte ribasso della settimana uscente, Piazza Affari batte la performance degli altri listini europei , segnando un aumento del 7,3% rispetto ad esempio ad un 1,5% dell'indice Eurostoxx 50.
Da sottolineare l'aumento notevole dell'utile netto di Poste (MI:PST) italiane , pari ad un +38 % rispetto ai primi tre mesi del 2017.
Poi ancora, i titoli di lusso , quali Ferrari (MI:RACE) che ha aggiornato nei giorni scorsi i massimi storici a 118 euro per azione , Recordati (MI:RECI) salito del 6,8% fino a quota 32,16 euro per azione per poi ripiegare.
Ancora il comparto petrolifero con Saipem (MI:SPMI) per la quale Bernstein e Goldman Sachs hanno rivisto il target price del titolo addirittura raddoppiandolo dai 3,5 euro per azione ai 6,5 ,inserendolo tra gli highest conviction buy.
Le stesse banche italiane ,nel primo trimestre 2018 , hanno incassato profitti notevoli ed hanno dato luogo ad una copertura degli NPL intorno ad una percentuale pari ai 59 punti .
Sembra quindi , a nostro vedere ci sia quasi uno scollegamento tra le trimestrali del nostro listino che hanno dimostrato progressi e l'andamento delle vicende politiche del governo che hanno condotto alla nota approvazione del contratto Lega-M5S promotrice di timori.
Crediamo ,quindi, che tale mina sull' andamento del nostro Mib sia cosa potenzialmente evitabile e poniamo la nostra fiducia nelle istituzioni.