Il dafault argentino ha le ore contate: dopo che ieri sono falliti anche gli ultimi tentativi disperati per trovare una soluzione tra il paese sudamericano e un gruppo di hedge funds americani che con il supporto dell’ormai celebre giudice Griesa hanno fatto passare la linea che un pagamento di interesse ammontante a circa 539 milioni di dollari non poteva essere fatto se prima gli hedge funds, descritti dal ministro dell’economia argentino Kicillof come “avvoltoi”, non avessero ricevuto il pagamento di 1.5 miliardi di dollari: pagamento che se onorato, avrebbe creato un precedente che costringerebbe il paese della Kirchner al pagamento dell’intero debito provocando di fatto il default del paese. Una situazione intricatissima in cui non si vede apparente soluzione a distanza di 13 anni dall’ultimo tragico fallimento.
Market Movers
Alle 11:00 il dato preliminare sull’inflazione in area Euro attesa stabile a 0.5% e alla stessa ora il tasso di disoccupazione atteso anche in questo caso stabile al 11.6%.
Alle 14:30 il dato sul PIL canadese atteso in recupero a 0.3% rispetto al precedente a 0.1%, mentre alla stessa ora negli Stati Uniti il dato sulle nuove richieste di sussidio dovrebbe mostrare una progressione a 301 mila unità rispetto alle 284 mila della lettura precedente.
Nella notte alle 3:00 il dato cinese PMI manifatturiero atteso in lieve recupero a 51.4 rispetto al 51.0 della lettura precedente e alle 5:30 il discorso del governatore della Bank of Japan Kuroda.
EURUSD
Pomeriggio campale per la moneta unica ieri che dopo un iniziale accenno al recupero sul dato ADP americano, ha lasciato spazio alle perdite fino in area 1.3365 sul dato eccezionale sul PIL americano del secondo trimestre che ha fatto registrare un 4.0% rispetto alle attese a 3.0%. In serata sul FOMC, invece, la moneta unica ha parzialmente recuperato portandosi nuovamente in area 1.3390 dove sta scambiando anche in queste prime ore di contrattazione in Europa. L’attesa per uno storno in fine di settimana e la possibilità di un rientro, sul dato inflazionistico Europeo di oggi, all’interno del canale ribassista di medio periodo (grafico) sopra 1.34 saranno gli osservati speciali per la giornata.
GBPUSD
La sterlina inglese ha seguito a ruota la moneta unica in una fase di dominio incontrastato del biglietto verde che sul dato sul PIL del secondo trimestre ha trascinato al ribasso il cable fin sotto 1.69 salvo poi riassestarsi in concomitanza con il livello chiave in serata, dopo un rialzo sul FOMC americano. Pesano le dichiarazioni del vice di Carney, Broadbent, responsabile della commissione sulla politica monetaria, che analizza la situazione dal punto di vista del mercato immobiliare dove l’ammontare dei debiti contratti dai sudditi di Sua Maestà potrebbe essere influenzato in modo molto importante da un rialzo dei tassi. Certo, le discussioni sul mercato immobiliare erano già scontate nell’ultima riunione della Bank of England, ma non sembrano preoccupare eccessivamente Broadbent che sottolinea come la virata dallo 0.50% verso un rialzo lento e graduale è data come assodata. Per questi motivi il cable ha toccato i mminimi relativi a 1.69, ad un minimo che non si vedeva dal 12 giugno scorso.
USDJPY
Anche sul fronte Sol Levante ha inciso lo strabiliante dato sul PIL statunitense portando il cambio in un’unica soluzione da 102.20 fino a quasi 103, livello superato sul FOMC di ieri sera. Il rientro in zona 102.80 è un segnale abbastanza chiaro di ritorno alla normalità anche su USDJPY che storna dai massimi relativi per proiettarsi di nuovo all’interno della zona di comfort all’interno del trading range classico anche in previsione sui dati inflazionistici europei e del fine di settimana.