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Analisi mercati 29/05 – 02/06

Pubblicato 05.06.2023, 15:35
Aggiornato 14.07.2023, 15:54

 

Analisi mercati 29/05 – 02/06
Nell’ultima ottava abbiamo assistito ad alcuni movimenti importanti sugli azionari, sul forex e sulle materie prime principali.
Hanno infatti raggiunto alcuni livelli che avevo considerato come raggiungibili nel brevissimo periodo:
-          L’S&P 500 è arrivato poco sotto i 4300 punti come segnalavo, avendo rotto al rialzo i massimi della scorsa settimana il prezzo è andato a prendere ulteriore liquidità in area 4150-4180 per poi riprendere forza a allungare al target prefissato. In quei due giorni di ritracciamento erano uscite sui media notizie sul malcontento dei repubblicani all’innalzamento del tetto del debito e a non voler votare favorevolmente la proposta di legge del presidente Biden al Congresso.
Questo aveva causato incertezza e ribassi sugli azionari ma successivamente, invece, nella notte del 1 giugno con l’approvazione del disegno di legge da parte del Congresso con ampia maggioranza il trend rialzista ha ripreso vigore portando gli indici a nuovi massimi settimanali.
 
-          Il Nasdaq ha fatto gli stessi movimenti al rialzo e al ribasso durante la settimana portandosi come indicato in precedenza poco sopra l’area dei 14500 punti seguito da una fase di ribasso e ritracciamento che poi ha portato a chiudere la settimana in area 14550 punti.
 
-          Sul Dax segnalavo la sua debolezza rispetto agli indici americani portando all’attenzione ad un ribasso dei prezzi in settimana nelle aree 15700 se non avesse ripreso forza in chiusura daily sopra i 16000 punti. Avendo chiuso la candela di lunedì in area 15950 al di sotto quindi di quel livello riportato è iniziato il ribasso e le prese di profitto da un livello chiave fino ad arrivare a chiudere in area 15650 circa.
 
-          Il WTI ha invece iniziato la settimana raggiungendo i 73,50 dollari ma sulla scia delle notizie iniziali negative sull’approvazione del tetto del debito e soprattutto per l’incertezza sulle decisioni che si dovrebbero prendere nella riunione dell’OPEC+ che si è avuto nel weekend a mercati chiusi, l’asset ha continuato a scendere e ci sono state prese di beneficio molto importanti fino all’area 67-67,50.
 
Da quel livello statico sono ripresi gli acquisti in scia agli azionari americani per le notizie positive dell’approvazione del tetto del debito da parte del Congresso.
Ora vedremo come reagirà il prezzo dopo la riunione dell’OPEC+ ma a livello grafico c’è una forte e grande area di accumulazione e di liquidità già testata come supporto lo scorso anno che vincola il prezzo e la struttura grafica dell’asset che secondo me porterà ad una reazione positiva fino ai target 75,50-76,85 e successivi 80,00 e 83,00 dollari.
 
-          Il Gold ha fatto una falsa rottura al ribasso della trendline rialzista di medio periodo portandosi in area 1932 e venendo subito riassorbita al di sopra della trendline stessa in chiusura di giornata ponendo le basi per una risalita del prezzo come è avvenuta poi per tutta la settimana fino a 1975 prima e 1983. Nuovamente quest’ultima essendo un’area di resistenza importante ha innescato prese di profitto che però sono aumentate dopo l’uscita di alcuni dati macroeconomici positivi favorevoli al dollaro che hanno portato il prezzo a chiudere la settimana a 1947,50.
 
-          Eur/Usd non è riuscito a riconquistare stabilmente l’area precedentemente segnalata come spartiacque per una risalita di breve, ovvero 1.0750/1.0765 e quindi la struttura si è nuovamente indebolita fino a ritornare in area 1.0700 livello in linea con la chiusura della settimana precedente.
Anche nel caso dell’Euro come per l’oro i dati macro americani positivi di venerdì hanno influenzato negativamente il prezzo enfatizzando il movimento ribassista.
L'euro aveva recuperato leggermente dai minimi di due mesi dopo che la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde aveva detto giovedì che l'inflazione è ancora troppo elevata e che è necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria.
I dati macro usciti giovedì hanno mostrato che l'inflazione nei 20 Paesi della zona euro è scesa al 6,1% a maggio dal 7,0% di aprile, sotto le attese del 6,3%, ma a il livello attuale è ancora poco più del triplo rispetto al target del 2% fissato dalla Bce.
Ad oggi l'inflazione è ancora troppo alta ed è destinata a rimanere tale ancora a lungo in Europa rispetto all’America.
 
A livello fondamentale l’ottava appena trascorsa ha messo in evidenza un’economia americana ancora resiliente e in salute; a maggio, i nuovi posti di lavoro non agricoli sono stati pari a 339.000, rispetto al dato di 294.000 revisionato di aprile, il consensus si aspettava 194.000.
La disoccupazione raggiunge il 3,7%, in lieve rialzo rispetto al mese precedente al 3,4%. Il consensus stimava 3,5%. I salari orari medi registrano una crescita del +4,3% anno su anno, dal +4,4% dell'esercizio precedente, il consensus stimava +4,4%. La variazione dei nuovi posti di lavoro conferma la forza della domanda, un elemento subito recepito dal mercato delle obbligazioni dove i tassi di mercato sono saliti, perché scendono, pur essendo maggioritarie, le possibilità di una pausa del rialzo dei tassi. La Federal Reserve ha comunque da prendere in esame il forte aumento dei disoccupati registratosi in maggio: l'incremento di 440.000, a 6,09 milioni è il più forte dall'aprile del 2020.
Complici le dichiarazioni di diversi funzionari della Federal Reserve, che si sono detti favorevoli a mantenere i tassi stabili a giugno, l’ulteriore stretta è al momento attesa per il meeting FOMC di luglio, vedremo se sarà effettivamente così .
I segnali di tenuta dell’economia americana e la prospettiva di una pausa nel ciclo rialzista della Fed a giugno si sono uniti al via libera anche da parte del Senato all’accordo sul debt ceiling nell’alimentare l’ottimismo dei mercati azionari e alla tenuta dei prezzi settimanale più o meno invariata del dollaro.
Al netto di scostamenti sui dati macro americani o cambi repentini nelle politiche monetarie della Fed non ci sono possibilità di una inversione dei trend azionari ma solo di fisiologici ritracciamenti tecnici di breve termine. Il cambio di mese ad esempio non ha mutato la divergenza tra l’indice dei tech e l’indice delle blue chip: in maggio, il distacco tra le performance del primo rispetto al secondo è stato il più ampio dai tempi delle dot.com.
Attenzione però ad un aspetto che potrebbe cambiare lo scenario degli azionari e del dollaro: Fitch mantiene rating Usa sotto osservazione; il rating "AAA" degli Stati Uniti resterà sotto osservazione con implicazioni negative, nonostante l'accordo sul tetto del debito che consentirà al governo di far fronte ai propri obblighi.
La scorsa settimana l'agenzia Fitch Ratings aveva dichiarato che il mancato raggiungimento di un accordo sarebbe stato "un segnale negativo della governance e della volontà degli Stati Uniti di onorare i propri obblighi in modo tempestivo" difficilmente compatibile con un rating "AAA.
Anche se è stato trovato l’accordo e ora manca solo la firma per l’attuazione da parte del Presidente Biden, le agenzie di rating potrebbero declassare il governo degli Stati Uniti, come successe nel 2011, quando S&P tagliò il rating di una tacca anche se il default era stato evitato per poco come successo adesso.
 
Passiamo ora alla situazione sui grafici e relativa analisi tecnica:



L’S&P 500 è ben supportato dalle medie mobili principali (50,100 e 200) soprattutto per il lungo periodo la media a 200 periodi, quella di riferimento assoluto per gli istituzionali, è stata toccata già in passato e si è visto poi i rimbalzi che ha creato negli anni successivi e come le medie a 50 e 100 hanno poi dato riferimenti di trend importanti negli intervalli di tempi inferiori per cercare la consistenza e la conferma del trend rialzista di lungo corso. Da notare la media a 100 periodi che ha supportato il prezzo nelle ultime tre settimane ed è da considerarsi un supporto fondamentale per il brevissimo.
Lo si capisce anche dal minimo fatto in tempo di Covid sulla rappresentazione di Fibonacci, dal massimo di inizio 2022 il ritracciamento ha portato il prezzo sul 50% lo scorso anno riassorbendo la media a 200 periodi e continuando il trend rialzista toccando i due livelli superiori 38,2 e 23,6 e mantenendo forza relativa importante fino ai giorni nostri.
Ora siamo ancora in una fase forte nel breve termine che dovrebbe continuare fino a testare i 4330 punti limite del triangolo raffigurato sul grafico; da qui se non riuscirà a sfondare questo prezzo e a mantenerlo in chiusura daily e soprattutto settimanale avremo debolezza fino a ritestare l’area supportiva della media a 100 periodi ossia 4200 circa e successive aree 4150,  4120  e 4000 circa. In caso contrario prevedo allungo ulteriore fino alla successiva area di liquidità a 4400/4420 e 4450 punti.



Lo stesso discorso vale per il Nasdaq qui sopra, guardare i livelli importanti raggiunti nel ritracciamento dai massimi di fine 2021 e di inizio 2022 e le ripartenze avvenute nei livelli chiave di Fibonacci fino ai giorni nostri.
Ora come per l’S&P 500 anche il nasdaq in chiusura daily sopra il massimo di venerdì potrebbe allungare in area 15000 e 15250/280 limite del triangolo poi possibile ritracciamento in area 14900 e successiva 14400/500 punti. Ulteriore debolezza porterà i prezzi in area 14150/100. In caso di forza ulteriore allungo in area 15600/700 punti.



 Il dax ha avuto poi dai livelli supportivi di ritracciamento un rimbalzo seppur inferiore agli indici americani e rimane cruciale e psicologica la zona dei 16000 punti attuali per capire se il rimbalzo potrà continuare o meno. La candela settimanale ha riassorbito bene il prezzo dalle aree che avevo indicato come ritracciamento nel breve e non è escluso, se e solo se rimane stabile sopra i 16000 punti un allungo a testare i massimi assoluti registrati tre settimane fa circa a 16330/350 e magari fare una rottura a 16500 e proseguire sulla scia degli azionari americani, altrimenti reputo alla portata un ribasso significativo a 15200/15000 e successivi 14600/14500.
Rompere tecnicamente al ribasso una trendline di medio periodo e non riassorbirla in chiusura daily e soprattutto weekly comporterebbe una forza ribassista fino alle zone importanti supportive di grande liquidità situate tra 14100 e 13800.



Sul WTI siamo ancora una volta tornati dopo 5 volte su una fascia supportiva di lungo periodo importante sul 38,2 % di Fibonacci che ha bloccato una eventuale fase di ribasso più marcata segno che ciclicamente sono zone ritenute “buone” per bloccare i prezzi.
Rimango della mia view sul breve e medio termine come già anticipato e scritto con i livelli riportati sopra e non escludo a livello fondamentale prima e secondariamente tecnico nel prossimo futuro entro quest’anno un approdo rialzista fino ad area 95 dollari al barile.
La candela settimanale ha riassorbito bene il prezzo e se tiene la fascia e la trendline di lungo periodo il trend è segnato e manterrà fede alle mie indicazioni di prezzo.
Se la mia view verrà invece smentita i prezzi cadranno in area 50 prima e 45 dollari poi prima di rivedere una nuova fase di rialzo.



Sul Gold il prezzo ha tenuto il supporto dinamico e quindi la trendline di medio periodo perché è ritornato in chiusura di giornata e di settimana sopra la stessa e siamo al momento poco sotto il 23,6 % di Fibonacci, livello che per tecnicamente rimane insieme al 38,2 % intorno ad area 1900 un livello corretto e giusto per mantenere il trend rialzista e impostare la decisa rottura nel prossimo futuro dei massimi storici.
Rimangono al momento le indicazioni già espresse precedentemente sui prezzi e i livelli da tenere monitorati nelle zone di supply e demand anche per questa settimana e oltre.



Situazione più complicata per la coppia forex principale del mercato di riferimento dove se seguiamo solo la price action, escludendo per un attimo l’analisi fondamentale e l’analisi tecnica approfondita con indicatori e parametri vari professionali (cosa che non si dovrebbe mai fare e che io non faccio mai) possiamo notare il trend ribassista in atto, prima dal livello 1.2300 doppio massimo e poi dal livello 1.1100, per me considerato giusto ed equo con i fondamentali economici e con le politiche attuate prima dalla Fed e solo in seguito, in ritardo secondo me, dalla Bce.
Continuando con questa disamina dobbiamo quindi per forza notare il trend primario ribassista ovvero l’impulso della direzione della coppia forex, con i relativi livelli di Fibonacci che fanno da ritracciamenti nel trend invece secondario, ovvero quel/quei trend e quel/quegli intervallo/i più o meno lunghi o corti, che si formano all’interno del trend primario.
Qui è indicato un grafico settimanale, all’interno del quale abbiamo avuto nel trend primario varie fasi di ritracciamenti e fasi secondarie, dapprima di lieve entità dovute alla divergenza di politiche monetarie tra la Fed e la Bce e lo scostamento dei dati macroeconomici e la relativa differente crescita economica tra l’America e l’Europa e successivamente, con l’appiattimento delle differenze tra le due banche centrali e una divergenza meno marcata tra le due economie, di maggiore entità nell’ultima parte dello scorso anno e nella prima parte di quest’anno che ha portato ad un importante cambio di direzione del trend che si evince nel grafico con la rottura anche al rialzo della prima trendline ribassista.
Al momento c’è un’area grande di lateralità che è arrivata a toccare quasi il livello 61,8 di Fibo dal massimo raggiunto ma è da considerarsi ancora nel quadro di breve periodo come ribassista perché la seconda trendline non è ancora stata rotta al rialzo con decisione e la trendline di breve tracciata dal minimo generato a fine settembre 2022 è stata rotta al ribasso dal prezzo.
Inoltre incombono alcune aree importanti segnate nei livelli di Fibonacci sia tracciati dal massimo al minimo sia viceversa dal minimo di fine settembre 2022 al massimo a 1.1100 che fanno capire che la lateralità potrebbe ancora allargarsi a livello di delta di prezzo e che potrebbe prolungarsi ulteriormente.
Quindi attenzionare come prossima area di approdo 1.0600 o 1.0580 del ritracciamento Fibo 38,2 ribassista e 1.0500 del ritracciamento Fibo 38,2 rialzista.
Quindi la situazione non è ancora chiara e a livello di pricing rimane ancora l’instabilità e la lateralità ribassista non sembra finita e la forza relativa dell’Euro si è attenuata nelle ultime settimane.
Rimangono come market mover per la coppia l’analisi fondamentale con le dinamiche macroeconomiche e le politiche delle due banche centrali per dare la direzionalità certa futura all’una o all’altra valuta e non l’analisi tecnica in sè e per sé; questo vale per qualsiasi coppia valutaria perché le valute devono rispecchiare il vero andamento economico e monetario del Paese e/o dell’area geografica corrispondente e sono mosse quindi dalle stesse banche che ne influenzano i prezzi.

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