L’andamento del petrolio greggio WTI si è dimostrato la cartina di tornasole dei mercati azionari, con le quotazioni salite in contemporanea con quelle dei vari listini.
Dopo essere crollato, anche sotto zero per mere ragioni tecniche legate allo stoccaggio, il petrolio americano ha adesso completato la sua corsa partita al di sotto dei 10 dollari al barile a fine aprile salendo a chiudere il gap lasciato aperto a 41,05 dollari. Per il petrolio e per i listini azionari, mossi più dalla liquidità che dai fondamentali, è arrivato il momento della svolta.
Un superamento di quota 41,00 dollari infatti darebbe ulteriore spinta ai prezzi verso i 50 dollari sui livelli visti a febbraio scorso, in presenza di un altro mondo. In realtà la fase di ipercomprato e divergenza lascia più pensare ad una correzione in prima battuta verso 35,00 dollari e successivamente in area 30,00/31,00 dollari.
Una perdita di questo livello approfondirà la correzione fino a 25,00/27,00 dollari individuando un livello di acquisto di medio periodo.