Anteprima utili 3° trim. Alphabet: perché comprare su un’eventuale debolezza
Pubblicazione del report sugli utili del terzo trimestre 2019 lunedì 28 ottobre, dopo la chiusura dei mercati
Previsioni sulle entrate: 40,3 miliardi di dollari
Previsioni utili per azione: 12,28 dollari
Per Alphabet (NASDAQ:GOOGL), compagnia madre del colosso dei motori di ricerca Google, è più importante che mai dimostrare agli investitori che il suo generatore di crescita resta intatto in un periodo in cui si ritrova a dover affrontare una delle cause antitrust più severe dei nostri tempi.
E in effetti, malgrado questo contesto normativo incerto, non ci sono segni che la spesa per la pubblicità digitale si stia indebolendo. Per questo motivo, gli analisti si aspettano una crescita del 19% delle vendite di Google a 40,3 miliardi di dollari nel terzo trimestre e circa lo stesso tasso di crescita per l’anno fiscale in corso.
Ma gli alti livelli di controllo implicano che una leggera delusione della performance dei ricavi di Alphabet potrebbe causare un forte movimento negativo del titolo. Il titolo ha chiuso venerdì a 1.264,30 dollari, dopo il rimbalzo del 13% di quest’anno. Il titolo è stato sotto pressione per la maggior parte dell’anno nei timori che l’aumento delle spese potesse pesare sulla riga dei risultati.
Alphabet ed Amazon.com Inc (NASDAQ:AMZN) sono tra le compagnie che si trovano al centro dell’ampia revisione antitrust del Dipartimento per la Giustizia USA, che sta indagando per capire se le principali compagnie tech al mondo stiano soffocando la concorrenza.
Il capo dell’antitrust del Dipartimento per la Giustizia, Makan Delrahim, ha dichiarato durante una conferenza tech del Wall Street Journal questo mese che lo scioglimento di una compagnia tech “non è da escludersi” se dovesse essere giustificata dalle prove che emergeranno dalle indagini.
Intanto, anche i procuratori generali di 48 stati USA, la Federal Trade Commission, le commissioni congressuali USA e l’autorità anti-monopolio europea stanno indagando su Alphabet e su altri colossi del tech.
L’ampio fossato di Google
Non è la prima volta che Google si ritrova ad affrontare delle indagini antitrust. Ha subìto una lunga indagine federale terminata nel 2013 senza danni significativi per la compagnia. Stavolta, tuttavia, la dimensione e la portata di queste indagini è abbastanza grande da creare il panico tra gli investitori ed incertezza per il titolo.
La domanda che si pongono gli investitori è se dovrebbero continuare a focalizzarsi sui fondamentali aziendali della compagnia o cominciare a prendere in considerazione un possibile esito avverso di queste indagini, che potrebbero durare anni prima di concludersi.
Secondo noi, Google è una compagnia con un fossato resistente che è quasi impossibile sfidare. Più del 90% di tutte le ricerche su internet avvengono tramite Google e la sua controllata YouTube. Ogni giorno, Google elabora 3,5 miliardi di ricerche che rendono la sua piattaforma quella con più valore per i pubblicitari.
Ciò significa che le compagnie non possono fare altro che decidere di farsi pubblicità sulla piattaforma di Google. Per via della sua enorme presenza su internet, il colosso dei motori di ricerca domina il mercato pubblicitario digitale con il 40% del controllo del mercato a livello globale.
È quasi impossibile prevedere l’esito di queste indagini ed il loro impatto sugli affari di Google ma, se la storia ci insegna qualcosa, è che processi simili di solito si concludono con una multa salata e con l’imposizione di cambiamenti alle pratiche interne delle compagnie. Google ha avuto a che fare con entrambe le cose in Europa di recente, senza perdere la sua partecipazione di mercato nella regione.
La compagnia, col suo forte muscolo finanziario, è all’avanguardia nelle nuove innovazioni tecnologiche che alimenteranno la crescita futura e che potrebbero contribuire a diversificare le sue entrate andando oltre l’attività pubblicitaria. In particolare, la tecnologia delle auto a guida autonoma rappresenta l’opportunità più grande per Alphabet.
Secondo una recente nota degli analisti di Deutsche Bank, la sola attività cloud di Alphabet ora vale 225 miliardi di dollari. La divisione potrebbe riportare una crescita annua combinata del 55% tra il 2018 ed il 2022 e raggiungere vendite annue di circa 38 miliardi di dollari entro il 2025, scrivono gli analisti.
Morale della favola
Google ha il potere finanziario e la strategia di crescita futura perfetti per fare i conti con qualsiasi imminente sfida da parte degli enti regolatori e dalla crescente concorrenza. Lo scalpore scatenato dalle ultime indagini antitrust, secondo noi, non dovrebbero distrarre gli investitori da quello che la compagnia ha da offrire. Con i fattori tradizionali di crescita di Google che restano incontrastati e la compagnia che si posiziona per ottenere una grossa partecipazione nelle nuove aree di crescita, è scontato tenersi stretti i possedimenti di Alphabet.