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Ancora una volta il dollaro sta lottando con tutte le forze per provare a riprendere forza ma anche ieri le parole del presidente della FED, Powell, e degli altri membri che hanno parlato (compreso il Vice Clarida), hanno confermato la necessità di avere "pazienza" nei rialzi dei tassi. Parole che inducono tanti a ritenere che nell’anno in corso non ci sarà alcun rialzo. È interessante notare come le major più orientate al rischio stiano andando bene, mentre i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina sembrano proseguire a gonfie vele (nonostante Trump abbi annullato l’appuntamento di Davos (dove avrebbe incontrato Xi) a causa delle questioni legate al muro. Le parole del vice premier cinese Liu He, ovvero che "molto probabilmente" andrà a Washington alla fine di questo mese, sembrano sostenere un imminente accordo. Il rovescio della medaglia è che gli Stati Uniti rimangono in shutdown e a quanto pare non sarà una situazione risolvibile in tempi brevi.
Wall Street ha chiuso nuovamente al rialzo con lo S&P 500 +0,5% a 2596 punti, mentre i futures hanno perso lo 0,1%. Anche i mercati asiatici continuano a spingere al rialzo con il Nikkei +0,9% e lo Shanghai Composite +0,7%. I futures del FTSE e del DAX guadagnavano entrambi lo 0,4% e in questo momento sembra esserci un sentiment positivo un po’ su tutti i listini del Vecchio Continente (compresa l’Italia). Nel forex il tentativo di ripresa del dollaro di ieri è stato subito cancellato durante la notte, con le valute legate alle materie prime ancora una volta ben performanti. Sul mercato delle materie prime la scivolata del biglietto verde porta su l’oro e l'argento di circa mezzo punto percentuale o poco più, mentre il prezzo del petrolio greggio sembra voler spingere verso i 54-55 dollari al barile.
L'inflazione degli Stati Uniti è il grande focus macro economico di oggi e di questa settimana, ma prima attenzione al PIL nel Regno Unito del mese di novembre che dovrebbe mostrare una crescita del +0,1% sul mese (+0,1% in ottobre), mentre la crescita annualizzata dovrebbe portarsi al +1,3% (da +1,5%). I dati sull'inflazione USA delle 14:30 relativi a dicembre dovrebbero vedere l’indice principale tornare al +1,9% (da +2,2% a novembre), mentre il core dovrebbe rimanere invariato al +2,2% (da +2,2% a novembre).