Ricordate il post pandemia? Le materie prime hanno sovraperformato obbligazioni e azioni.
Certo, uno sguardo alle performance del mercato evidenziano un rally dei titoli tecnologici ma che non dovrebbe farci mettere da parte tutto il resto e cancellare gli ultimi due anni.
I prezzi della benzina ce lo ricordano, stanno risalendo nuovamente ovunque, e questo comporta l'aumentando dei rischi al rialzo per l’inflazione.
Lo scorso anno i livelli record della benzina hanno contribuito all’aumento dell’inflazione più rapido degli ultimi decenni. E negli USA ha spinto Biden a rilasciare volumi senza precedenti di riserve "strategiche" di petrolio. Oggi le scorte di benzina negli USA sono al livello più basso dal 2015.
Questa settimana i futures hanno recuperato i massimi di 9 mesi negli USA, registrando l'aumento più ampio dell'ultimo anno. Il rialzo è avvenuto dopo che una delle più grandi raffinerie USA, di Exxon Mobil, ha avuto dei problemi che potrebbero farla chiudere parzialmente per diverse settimane.
L'attenzione così si è spostata nuovamente sui futures della benzina mentre l'inflazione persiste. Infatti, i prezzi sono diretti sui massimi del 2022, sta ritagliando "silenziosamente"
un potenziale modello rialzista con la rottura del pattern simmetrico che ha dato modo di registrare un rialzo di oltre il 15%.
Questo significa "potenziale" pericolo per l’aumento dell’inflazione a livello globale e di conseguenza rappresenta un ritrovato "grattacapo" per le banche centrali mentre stanno valutando le sorti future dell'inasprimento monetario.
In Europa, i prezzi stanno aumentando ma questa tendenza deve ancora riflettersi del tutto nei costi retail più elevati. Inoltre, le ondate di caldo "record" nel vecchio continente stanno
accentuando il problema e la difficile gestione, risentendo ancora dell’offerta ristretta dovuta alle sanzioni alla Russia.
Il segnale di rotazione più importante, nella seconda metà dell'anno, potrebbe essere visto nel rapporto tra settore energetico - settore tech
Il settore energetico si trova a un livello chiave di supporto se rapportato ai tecnologici, sopra i massimi del 2020, che potrebbe dare il via al cambio definitivo di rotta. Il contesto dei tassi in aumento che persiste potrebbe favorire la sovraperformance e il ritorno del "superciclo" delle materie prime.
Il catalizzatore resta il dollaro USA
Dal grafico possiamo notare come ci sia stata un rottura del pattern al ribasso e successivamente un recupero del livello 101 che ha retto nei mesi precedenti. Se confermato, si tratterà
di un segnale di debolezza del dollaro USA, fungerà nuovamente da "stimolatore" per un nuovo rialzo dell'azionario?
Inoltre una debolezza del dollaro USA si riflette anche nelle performance positive delle valute legate alle materie prime
Il petrolio sta ritornando sui massimi di aprile 2023 dopo la laterizzazione dei mesi precedenti sui minimi di marzo. Da allora, questi asset hanno preso strade separate, il dollaro canadese ha iniziato un trend rialzista nei confronti del dollaro USA, (+4,5%) mentre il greggio ha seguito solo nell'ultimo mese (+3%), tornando sopra gli $80.
La correlazione positiva tra questi asset esiste da tempo, di conseguenza dubito che questi due asset continuino a divergere su intervalli di tempo lunghi. Potremmo aspettarci che il greggio rompi al rialzo il canale laterale confermando un'inversione rialzista, recuperando i $90, oppure le valute legate ad esso tenderanno anch'esse al ribasso confermando la debolezza.
I mercati valutari saranno da monitorare visto che stanno suggerendo il greggio, e l'intero settore energetico, possa ritornare con lo sprint giusto.
Valuteremo nei prossimi mesi cosa accadrà dandogli il beneficio del dubbio.
Andiamo a creare la nostra watchlist avanzata su InvestingPro per esaminare le migliori azioni nel settore energetico:
- Marathon Petroleum Corp (NYSE:MPC)
- BP (LON:BP) PLC
- Diamondback Energy Inc
- Occidental Petroleum Corp (NYSE:OXY)
- Pioneer Natural Resources
- Shell PLC
- Exxon Mobil Corp (NYSE:XOM)
- Chevron Corp (NYSE:CVX)
- Schlumberger NV (NYSE:SLB)
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I target medi degli analisti indicano un rialzo medio del 14%, suggerendo che questi titoli attualmente siano ancora "sottovalutati". Per BP PLC, Shell PLC ritengono che il prezzo sia sottovalutato mediamente del 22% dai valori attuali. Per quanto riguarda il Fair Value di InvestingPro, il quadro risulta nettamente postivo: BP PLC, Marathon Petroleum Corp e Shell PLC mostrano un potenziale rialzo medio del 38%, per Diamondback Energy Inc e Chevron Corp del 19%.
Per quanto riguarda la salute finanziaria di InvestingPro, mediamente le aziende hanno un punteggio di 4 su 5 sottolineando la loro posizione economica positiva per quanto riguarda i margini di profitto, la qualità di utili e dei dividendi elevata, la maggiore liquidità rispetto ai debiti in bilancio e il flusso di cassa libero che supera l'utile netto.
Facciamo lo stesso, andando a selezionare alcuni dei titoli energetici italiani.
Creiamo la nostra watchlist avanzata su InvestingPro per esaminarli:
- Tenaris (BIT:TENR) SA
- Italgas (BIT:IG) SpA
- Hera (BIT:HRA) SpA
- A2A (BIT:A2) SpA
- Enel (BIT:ENEI)
- Snam (BIT:SRG) SpA
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I target medi degli analisti indicano un rialzo medio del 15%, suggerendo che questi titoli attualmente siano ancora "sottovalutati". Per Tenaris ritengono che il prezzo sia sottovalutato del 26% dai valori attuali, per Hera SpA ed Enel mediamente del 18%. Per quanto riguarda il Fair Value di InvestingPro, il quadro risulta nettamente negativo: Se Tenaris mostra un potenziale rialzo del 42%, Hera del 15% ed Enel del 4,7% gli altri titoli sono una "cattiva" sorpresa: Italgas e Snam hanno un potenziale ribasso del 20% ed il valore di A2A è visto nella norma (ribasso dello 0,5%).
Per quanto riguarda la salute finanziaria di InvestingPro, le aziende hanno un punteggio di 3 su 5 sottolineando la loro posizione economica mediamente positiva per quanto riguarda i margini di profitto, la qualità di utili e dei dividendi elevata, l'approssimativa liquidità rispetto ai debiti in bilancio e il flusso di cassa libero che supera l'utile netto.
A livello grafico, visioniamo il migliore, Tenaris
Si evidenzia un trend rialzista creatosi dal minimo di novembre 2020 che ha portato il titolo a formare una trend line rialzista, con l'ultimo massimo registrato a 16,6 euro, e le medie mobili 10 e 30 a supporto del trend. Attualmente, su time-frame settimanale, il prezzo è tornato prima sui massimi del 2018 per poi essere nuovamente respinto con la rottura delle medie mobili al ribasso, conseguenza fisiologica dopo il forte rialzo di oltre il 300% dai minimi dovuti alla pandemia. Detto ciò, si trova ancora all'interno del canale laterale decennale i cui massimi a 17,25 euro restano un forte livello di resistenza psicologico. In questo caso, bisognerà fare attenzione al livello 15,7 euro, la sua rottura potrebbe riportare il prezzo verso la parte superiore del canale ed essere anche la base per una nuova accelerazione verso il retest dei 17,25. Altrimenti, un altro rifiuto non escluderebbe un ritorno sugli 11 euro.
Occhi aperti, ci saranno altre opportunità di investimento da valutare nei prossimi mesi.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".