Il presidente della Fed, durante la testimonianza al Congresso, confermava che la Fed avrebbe avviato un ciclo di riduzione dei tassi a partire dal meeting di luglio. Ciò ha fatto sì che secondo molti analisti il dollaro abbia già raggiunto i massimi 2019. Tuttavia, dati alla mano, l'economia degli Stati Uniti rimane la migliore del pianeta e nei prossimi mesi il dollaro potrebbe rappresentare un asset rifugio in vista di un ulteriore rallentamento globale e di crescenti tensioni.
Dati che, dobbiamo ricordarlo, teoricamente andrebbero a favore di un rialzo dei tassi ma la FED è evidentemente condizionata tanto dalle pressioni del Presidente Trump quanto dai tagli che arrivano da altre important banche centrali. La banca centrale della Corea del Sud è stata l’ultima, la scorsa notte, a ridurre il costo del denaro.
Abbiamo menzionato le tensioni internazionali, bene il Presidente Trump ha recentemente confermato che non c’è stato alcun passo avanti nei colloqui commerciali con la Cina e sta prendendo in considerazione l’opportunità di imporre altre tariffe. Ciò significa che asset rifugio come l'oro, lo yen e i Treasury continueranno ad attrarre liquidità. Liquidità che si è mossa in quella direzione anche nelle scorse ore, probabilmente in virtù del fatto che i dati sul mercato immobiliare USA non vogliono migliorare. Fino a quando non sapremo esattamente come la Fed procederà nei prossimi mesi è probabile che tali movimenti continuino a sussistere.
Durante la notte abbiamo anche assistito a movimenti sull’australiano: la disoccupazione è rimasta al 5,2% ma la variazione degli occupati era appena +500 (+9.100 il dato atteso). Ci si poteva attendere un movimento ribassista del dollaro austrialiano, invece la sottoccupazione in calo più del previsto ha sostenuto l'AUD (si tratta di un indicatore molto importante per la RBA).
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri in netto calo, con l’S&P 500 -0,7% al 2984 punti e I futures hanno continuato a perdere terreno nel corso della sessione asiatica. I mercati asiatici hanno così chiuso in forte ribasso, il Nikkei -2,2% e lo Shanghai Composite -0,8%. Nelle materie prime prosegue il consolidamento dell’oro mentre il petrolio greggio sta cercando di trovare un supporto dopo le vendite d’inizio settimana.
Per quanto riguarda il calendario economico odierno segnaliamo le vendite al dettaglio UK nettamente superiori alle attese, mentre per quanto riguarda gli USA avremo l’indice Philly Fed Business alle 14:30, atteso a +5,0 per il mese di luglio (da +0,3 da giugno) e poi le richieste di disoccupazione settimanali attese in aumento a 216.000 (ma si resta, storicamente parlando, su livelli estremamente bassi).