🔥 Premium Stock Picks potenziati dall’ IA dI InvestingPro Ora con uno sconto del 50%APPROFITTA DELLO SCONTO

BCE troppo colomba, ma l'incertezza sui mercati genera opportunità

Pubblicato 16.12.2022, 07:08

Ieri le vendite al dettaglio USA MoM di novembre sono scese di più delle stime (0,6% contro -0,1% atteso), le richieste dei sussidi alla disoccupazione WoW sono risultate più basse delle stime (211k contro 230k attese) così come il PhillyFed di dicembre (-13,8 punti contro -10 atteso).
 
Ieri la Bce ha aumentato i tassi di interesse di 50 bp, così come il mercato si aspettava, portando il costo delle operazioni di rifinanziamento principale al 2,5%, di rifinanziamento marginale al 2,75% e sui depositi presso la banca centrale al 2%.
 
Nel suo discorso la Lagarde ha ribadito come l’inflazione resti ancora troppo elevata e, secondo le proiezioni, è atteso che si mantenga superiore all’obiettivo per un periodo di tempo prolungato. Motivo questo per il quale sono necessari altri rialzi di 50 bp per un certo periodo di tempo al fine di assicurare un ritorno dell’inflazione nell’intorno dell’obiettivo del 2%.
 
Inoltre, a partire dagli inizi di marzo 2023, il portafoglio del Programma di Acquisto di Attività (PAA) sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l'Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.
 
Crediamo che per avvicinare velocemente l’inflazione all’obiettivo del 2% e darle così meno possibilità di infiltrarsi in tutte le principali dinamiche economiche, sarebbe stato meglio dare un segnale più forte, alzando i tassi di ulteriori 75 bp. Oppure cominciare prima di marzo 2023 la riduzione del bilancio e/o per ammontari superiori.
 
Con il ritmo di aumento dei tassi e la riduzione del bilancio più o meno fissati, la BCE ha dovuto rivedere significativamente al rialzo le aspettative di inflazione, che ora sono dell’8,4% per il 2022, del 6,3% per il 2023, del 3,4% per il 2024 e del 2,3% per il 2025. Per la prima volta, inoltre, la Lagarde ha fatto cenno ad “una recessione relativamente breve e poco profonda” fra il quarto trimestre del 2022 e il primo del 2023. Le nuove stime indicano una crescita del PIL del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025.
 
I principali punti di discussione dei mercati sono sostanzialmente due. Il primo, la BCE sta facendo la sua parte alzando i tassi per stroncare l’inflazione ma, come noto, può agire solo una parte della stessa, ovvero quella che dipende dai consumi. Alzare quindi i tassi ha come risultato principale quello di ridurre i consumi e gli investimenti e per questa via la crescita dei prezzi. Ma proprio perché gli effetti dell’aumento dei tassi sono contenuti, un loro maggiore aumento avrebbe ridotto maggiormente i consumi e per questa via l’inflazione. Il sistema economico andrà comunque in recessione anche con 50 bp di rialzo e la BCE sarà costretta per l’ennesima volta a rivedere le stime del PIL al ribasso. Assomiglia molto alla gestione delle comunicazioni dei ritardi delle partenze negli aeroporti, comunicati ogni mezz’ora.
 
Il secondo motivo riguarda l’altra metà dell’inflazione, ovvero i costi. Qui è clamorosa la litigiosità dei governi di fronte ad un problema comune, l’inflazione appunto, quasi a voler segnalare che è peggio avere un tetto al prezzo del gas, piuttosto che una elevata crescita dei prezzi. Va da sè che l’accordo farebbe immediatamente flettere l’inflazione a vantaggio di tutti. Il non accordo fornisce benzina agli speculatori.
 
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe supporre che la BCE si aspetti che a breve verrà firmato un accordo e quindi abbia preferito non infierire troppo sulla crescita economica. Vedremo.
 
E gli investimenti nei momenti di crescita stanca o recessione economica? L’incertezza genera opportunità: restare in attesa comporta dei rischi, ma muoversi nell’incertezza richiede abilità. La prima cosa da riconoscere è che la crescita globale sincronizzata e la soppressione artificiale del costo del capitale hanno gonfiato eccessivamente i prezzi degli asset. Questo periodo si è ora definitivamente concluso e il 2022 potrebbe essere ricordato nei libri di storia del mercato finanziario come l’anno in cui abbiamo iniziato a pagare il prezzo di un decennio di eccessi.
 
La seconda cosa è riconoscere che difficilmente la situazione migliorerà nell’immediato, ma come investitori siamo chiamati a ottimizzare costantemente la nostra asset allocation per bilanciare rischio e rendimento.
 
Con la recessione in atto o attesa in gran parte del mondo sviluppato l'azionario sarà messo a dura prova, ma crediamo che possa comunque offrire numerose opportunità per gli investitori. L’inusuale stretta correlazione tra azioni e obbligazioni, il cui rendimento è risultato negativo nel 2022, dovrebbe attenuarsi e ciò significa che gli investitori multi-asset potranno riprendersi da quello che è stato un anno particolarmente difficile.
 
Quindi strategia di portafoglio orientata ad azioni di qualità, ovvero in grado di aumentare la cassa anche in periodi di recessione, market leader nel proprio settore di riferimento e con una redditività mediamente più elevata e sostenibile rispetto ai competitors.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.