L’Agenzia delle Entrate definisce le criptovalute come “Valute Virtuali” e fiscalmente le considera al pari delle “Valute Estere”. Il reddito generato è soggetto a un’imposta del 26% sulle plusvalenze realizzate (valore di realizzo – costo storico).
La normativa prevede però che le plusvalenze siano non imponibili, nel caso in cui la detenzione complessiva di valute estere e valute virtuali non abbia mai superato la soglia di 51.645,69 € (100 milioni di vecchie lire) per più di 7 giorni lavorativi continui.
La soglia è calcolata usando il valore di cambio delle valute all’inizio del periodo d’imposta.
In pratica: per il periodo d’imposta 2021, preso il valore Bitcoin al 1° gennaio 2021 pari a 24147,06 euro, si sarà soggetti a pagare l’imposta solo se si avrà superato la soglia di 2,13879 Bitcoin posseduti per oltre 7 giorni lavorativi consecutivi.
Calcolo della soglia = 51645,69 / 24146,06 = 2,13879…
In conclusione per non venire tassati basterà non detenere più di 2,13879 bitcoin per 7 giorni consecutivi.