Un quartetto di azioni italiane e internazionali su cui vale la pena puntare sul medio termine dati i target ambiziosi degli analisti. Come seguire i giudizi senza rischiare di sbagliare timing
Con un ribasso del 10% in poco più di una settimana e del 21% dai massimi dell’anno, Unicredit si conferma tra i titoli più deboli del settore bancario e tra quelli graficamente impostati più negativamente, dati i minimi decrescenti segnati negli ultimi mesi e l’incapacità di rompere al rialzo l’area degli 11,75 euro. Nonostante questo, secondo l’87% degli analisti il titolo è da comprare, con un target medio a 12 mesi di 14,22 euro, distante oltre il 38% dai 10,30 euro correnti. A livello tecnico, oltre alla chiusura del gap lasciato aperto a 10,20 euro lo scorso 3 settembre potrebbe dare nuovo slancio la tenuta del fondamentale supporto statico a 9 euro , già testato con successo nel mese di agosto.Oltreoceano, tra i titoli da seguire con attenzione c’è Tesla, protagonista nell’ultimo anno di una profonda correzione, che ha sgonfiato i prezzi di circa 200 dollari dai massimi toccati a dicembre 2018 a ridosso dei 380 dollari . Il successivo rimbalzo estivo del 50% sembra tuttavia essersi concluso con l’equinozio d’autunno, dato il profondo calo accusato nella giornata di ieri, 24 settembre ( -7%). In questo caso gli analisti appaiono più scettici e la maggioranza invita alla cautela, con un target medio compreso tra i 160 e i 200 dollari.
Diverso è invece il giudizio complessivo sulla britannica Glencore, da comprare per oltre la metà degli analisti interpellati da Bloomberg e da tenere per l’altra metà. Solo il 3% la vede in negativo e il target medio è di 297 GBp, con un rendimento potenziale del 24% dai 239 GBp di quotazione attuale. Graficamente, tuttavia, il titolo minerario britannico è inserito in un lungo canale ribassista, partito dai massimi di maggio 2018 e solamente la tenuta dei 220 GBp prima e dei 200 GBp in seconda battuta, potrà scongiurare il raggiungimento di nuovi minimi che tuttavia difficilmente potrebbero estendersi al di sotto dei 160 GBp.
Tornando al confine tra Italia e Francia, il colosso europeo dei semiconduttori STMicroelectronics ha recuperato oltre il 65% da inizio anno e ha riportato i prezzi a ridosso dei 18 euro.
Tecnicamente il titolo è incanalato al rialzo e da marzo ha segnato 4 massimi crescenti, sufficienti per convincere il 77% degli analisti a rilasciare un giudizio “buy” con target medio a 19,30 euro, circa il 13% in più dei correnti 17,01 euro.
Secondo i target, quindi, almeno 3 dei 4 titoli sarebbero da acquistare subito e senza indugi. Tuttavia, per chi opera quotidianamente, i giudizi rilasciati dagli analisti rischiano di essere fuorvianti in quanto è bene ricordare che i target riflettono delle previsioni a medio termine e pertanto prima dell’eventuale raggiungimento potrebbero trascorrere anche diverse settimane di andamento contrario e ribassista. Una soluzione alternativa all’acquisto diretto dei titoli azionari è rappresentata da uno dei numerosi certificati di investimento ormai quotati in Borsa Italiana, ideato e quotato da Credit Suisse e accessibile a chiunque possa operare sul mercato di EuroTLX con importi anche minimi di circa 100 euro.
Più in particolare, il certificato appartiene alla categoria “ a capitale protetto condizionato” e può essere individuato con il nome Phoenix Memory Airbag e codice Isin XS1520269199. Ciò che spicca leggendo il suo funzionamento, è il carattere estremamente difensivo offerto sia da una protezione del capitale che agirà alla scadenza fino al 50% dei valori iniziali dei 4 titoli, sia l’opzione Airbag che entrerà in funzione qualora uno di questi dovesse finire al di sotto del 50%. Vediamo nel dettaglio il funzionamento, anticipando che a fronte della larga protezione, il certificato è in grado oggi di offrire un rendimento del 13% annuo, creando di fatto un mix perfetto tra rendimento atteso e rischio controllato.
Per ottenere il rendimento massimo, come detto pari al 13% annuo dall’attuale prezzo di acquisto di 103,4 euro, sarà sufficiente che in corrispondenza delle rilevazioni trimestrali, di cui la prossima in programma il 16 dicembre 2019, i 4 titoli azionari già visti in precedenza si trovino almeno al 50% dei valori fissati in emissione lo scorso 14 giugno e più in dettaglio che:
- Unicredit rilevi al di sopra dei 5,065 euro
- Tesla al di sopra dei 107,46 dollari
- Glencore oltre i 136,025 GBp
- STMicro al di sopra dei 7,0775 euro
Come si può notare, i livelli da tenere da parte dei 4 titoli azionari sono distanti di almeno 40 punti percentuali dai valori odierni, con una punta del 59% su STM. Pertanto, a differenza di ciò che potrebbe accadere acquistando direttamente i titoli, ossia il rischio di incorrere in un errato market timing, con questo certificato si potrebbe anche assistere a un ribasso pronunciato dopo l’ingresso senza che questo comporti la perdita del diritto a ricevere il premio trimestrale ( 3,6%) e la protezione del capitale alla scadenza. Va inoltre sottolineato che la struttura messa su da Credit Suisse prevede che sui coupon trimestrali vi sia l’effetto memoria, ossia che tutti i coupon eventualmente non pagati per effetto della discesa molto pesante da parte di anche un solo titolo, vengano messi da parte per il pagamento alla prima occasione utile.
Da qui se ne ricava che sarebbe sufficiente il mantenimento dei livelli barriera all’ultima data di osservazione del 14 giugno 2024 ( la scadenza) per ottenere il rimborso del capitale maggiorato di tutti i premi trimestrali, per un rimborso complessivo di 168,4 euro.
Compreso da dove potrà arrivare il rendimento e come le condizioni richieste siano abbordabili, ovvero consentano di gestire il rischio in maniera certamente più controllata rispetto all’acquisto diretto dei titoli azionari, vediamo ora quale potrebbe essere lo scenario negativo per l’investitore. Premesso che qualsiasi discesa dei titoli nel corso della vita del certificato non comprometterà la protezione del capitale alla scadenza ( la barriera è infatti osservata solo alla data di valutazione finale), 2 sono gli scenari possibili:
- Il più debole tra i titoli rileverà al di sopra della barriera: in tal caso il rimborso sarà pari a 100 euro + l’ultima cedola o tutte quelle eventualmente rimaste in memoria
- Il più debole tra i titoli rileverà al di sotto della barriera: in tal caso, ipotizzando un valore a scadenza di Tesla ( preso a titolo di esempio tra i 4) pari a 96 dollari, in ribasso del 55% dai valori di emissione, il rimborso del certificato sarà pari a 90 euro, ovvero i 100 euro diminuiti della differenza – raddoppiata – tra la barriera e la performance finale ( 55-50= 5 x 2 = 10 )
Si comprenderà a questo punto come per perdere oltre il 10% dell’investimento attuale sarà necessaria una caduta di oltre il 55% dai prezzi correnti dei titoli e come qualsiasi ribasso inferiore non comporterà alcuna perdita in conto capitale, anzi non impedirà di ottenere un rendimento annuo del 13%. Peraltro, sarebbe sufficiente incassare 3 coupon trimestrali prima della caduta rovinosa, per azzerare le perdite a scadenza.

A margine dell’analisi di questa proposta, ideale per chi oggi è alla ricerca di rendimenti a doppia cifra senza però incrementare significativamente il rischio, si consideri che i coupon trimestrali potranno essere utilizzati a compensazione delle minusvalenze presenti nello zainetto fiscale, rendendo cosi il 3,6% un premio netto. Inoltre, sebbene il paniere di titoli sia espresso in valute diverse ( euro, dollari e GBp), l’acquisto del certificato verrà effettuato in euro e non ci sarà alcun impatto del rischio cambio, nè sul capitale nè sui coupon.